Il 5 giugno si celebra la Giornata mondiale dell'Ambiente. Una ricorrenza necessaria, istituita dalle Nazioni Unite nel lontano 1972.
Sono trascorsi più di 50 anni. Io dovevo ancora nascere e mi sembra una data molto lontana. Eppure le conseguenze provocate da un'impostazione sociale imperniata sullo "sviluppo" e di conseguenza forzatamente disinteressata ai limiti ambientali, alle possibilità concesse dai territori, erano già evidenti agli occhi più sensibili e agli studiosi più attenti.
In questi 50 anni è cambiato poco e allo stesso tempo sono cambiate tantissime cose.
È cambiato poco perché l'impostazione culturale predominante mira ancora a modelli economici ambientalmente insostenibili. L'urgenza di uscire da questa impostazione mentale è grande per il futuro del Pianeta, ma soprattutto dell'Uomo.
Sono tuttavia cambiate tantissime cose perché oggi, a differenza di allora, abbiamo collettivamente percepito l'esistenza del problema: percepito, anche se in molti casi non ancora metabolizzato.
Una nuova sensibilità si sta facendo spazio tra le numerose crepe dell'attuale sistema economico-culturale, come quei fili d'erba che ogni tanto emergono dalle fenditure dell'asfalto.
Non è facile, in questo periodo storico, guardare il bicchiere mezzo pieno. Anche perché, purtroppo, si sta svuotando con crescente rapidità.
È tuttavia necessario: magari lasciandosi guidare dagli esempi positivi verso un futuro diverso.
Verso un futuro in cui non si ha più paura del futuro.
©CNSASUn appuntamento importante
Per discutere della tutela della montagna e del nostro ambiente, il 25 e 26 novembre 2023 si terrà a Roma il 101° Congresso Nazionale del Club alpino italiano, dal tema "La montagna dell'era del cambiamento climatico". Di seguito il video di presentazione del Congresso.