Gioia nera, una nuova via per Amadio e Benato sulla Granta Prey

L'itinerario si sviluppa su dolomia per 300 metri, sulla sezione destra della parete est. Le ripetizioni confermano il grado di 7b+. Federica Mingolla realizza la prima solitaria.

Dopo un paio di illustri ripetizioni (Francois Cazzanelli con Emrik Favre e Roger Bovard la prima, Federica Mingolla la seconda, nonché prima solitaria), Michele Amadio e Andrea Benato hanno pubblicato la relazione di Gioia Nera (300 mt, 7b+ max, 7a obbl.), via aperta sulla parete est della Granta Parey in Val di Rhêmes (Val d'Aosta) nell'estate del 2022 e liberata nell'agosto del 2023. L'itinerario – protetto a spit - conta 10 tiri, con difficoltà quasi sempre costanti, e disegna una linea retta all'estrema destra della parete, poco a sinistra di una evidente colata nera. La salita incrocia nella parte iniziale – al secondo tiro- la via Omar Ribelle, un itinerario del 1993, aperto al tempo da Ezio Marlier e Salvatore Gagliano.

Il tiro iniziale © M.Amadio, A.Benato


Il progetto di Amadio e Benato ha preso forma nell'agosto del 2022, quando i due alpinisti hanno attaccato la parete di dolomia della Granta, impiegando un totale di 60 ore per salire fino al top. La libera è stata rimandata a dodici mesi dopo, quando i due hanno salito 10 tiri della via, che concentra le maggiori difficoltà nel secondo e nell'ultimo tiro. La qualità della roccia in parete è stata definita da Amadio «non mediocre o scadente come avevamo letto da più parti, ma anzi, tendenzialmente buona». La spittatura ha rispettato il metro utilizzato da chi aveva già lavorato sulla parete, con una chiodatura «non ascellare» per definizione della stessa cordata.

Equilibrismi in vetta © M.Amadio, A.Benato
La relazione di Gioia nera © M.Amadio, A.Benato

Dal racconto di Amadio traspare tutta la soddisfazione per un progetto che ha coinvolto la cordata a fondo, tanto sul piano fisico che emozionale, e che nella libera ha trovato la sua completa realizzazione. «Alla fine è arrivato anche il giorno della libera, bollente ma con un cielo azzurro da cartolina senza nemmeno una nuvola. Partiamo con calma, vogliamo goderci ogni singolo minuto. Che meraviglia ripercorrere tutti quei metri scalando leggeri, concatenando movimenti e dando la forma definitiva alla nostra visione. Le lunghezze di corda si rincorrono tra placche e strapiombi e la roccia è magnifica, dolomia di qualità! Non fosse per i ghiacciai tutto intorno faticheremmo a credere di essere in Valle d’Aosta...».
Da rilevare che le due ripetizioni - nell'arco di appena due mesi- riguardano alpinisti di primissimo livello, con Federica Mingolla che salendo in autosicura ha anche “timbrato” la prima solitaria il 7 ottobre. «Una giornata indimenticabile: sola sulla parete con la mia voglia incredibile di scalare quella via e le mie paure perché era la prima volta che salivo su quelle difficoltà in solitaria».

Federica Mingolla al centro della parete © M.Amadio