Il ghiaccio che tanto amava lo tradì il 1° aprile 1991 sui Monti Sibillini.
Gian Carlo Grassi, l’uomo che sfidò
l’aleatorietà del mondo glaciale cadde proprio mentre scalava in solitaria una cascata.
Una passione unica, vissuta senza compromessi
Animato da «
una passione unica, vissuta senza compromessi, inesauribile e capace di autoalimentarsi», scrive Roberto Mantovani, Grassi
fu maestro anche su roccia, “vedendo” di là dalle apparenze, come le big wall in miniatura della Valle dell’Orco o l’oscuro Vallone di Sea nelle Valli di Lanzo; visionario sui sassi, eccelso in alta montagna e curioso delle pareti del mondo e delle sfide più significative del suo tempo.
Ebbe l
a fortuna di attraversare un periodo tra i più fervidi ed esaltanti per le trasformazioni che segnarono l’alpinismo – dalla fine degli anni 60 a tutti gli anni 80 del 900 – e ha lasciato un’impronta indelebile pur nel suo tratto di sognatore, pur parlando di gioco, un gioco non necessariamente facile o poco serio, che anzi può farsi
«duro, difficile, e come in un gioco si possono affrontare i grandi ambienti delle Alpi o cimentarsi sui ristretti metri quadrati di un blocco alla ricerca di un momento estetico».
Il
Museo Nazionale della Montagna di Torino ha dedicato a Grassi una grande mostra biografica (visibile fino alla fine di giugno) utilizzando i materiali dell’archivio che la famiglia dell’alpinista valsusino ha donato al museo. Accompagna e completa la mostra il catalogo
Gian Carlo Grassi. L’inesauribile scalata di un sognatore, che ne illustra e approfondisce la figura. Un viaggio da non perdere nel mondo fantastico di un uomo non ancora appieno riconosciuto e valorizzato, in compagnia dei testi di
Roberto Mantovani e di Enrico Camanni, con un delizioso profilo scritto da
Gian Piero Motti nel 1979 e approfondimenti dell’archivista
Valentina Varoli e del glaciologo
Michele Motta. Il catalogo è in vendita sullo shop online del Museo.
Info libro
Museo montagna - Cai Torino
156 pp, 20,00€
La copertina del libro © Museo Montagna