Ghiri scatenati prima del grande sonno

Se per buona parte dell'anno i ghiri sono come dei piccoli fantasmi invisibili perché dormono profondamente o diventano attivi solo nel cuore della notte, l'inizio dell'autunno è il periodo dell'anno in cui invece sono più facilmente contattabili e osservabili.

I ghiri sono dei piccoli animaletti notturni, con tutte le caratteristiche degli animali adattati a vivere nelle ore di buio: quindi grandi occhi e orecchie; assomigliano grosso modo a degli scoiattoli, con una bella coda, ma sono grigi e un po’ meno eleganti. Si nutrono di semi e frutta, ma anche di uova di uccelli e occasionalmente predano piccoli animaletti. Tra la fine dell'estate e le prime settimane d'autunno, come detto, questi animaletti raggiungono il picco della loro attività annuale perché si preparano al letargo, quando invece dovranno stare fermi per lunghi mesi; è dunque più facile osservarli sugli alberi da frutta e nei boschi in caccia di mele e pere, ma anche di faggiole sui faggi e di ghiande sulle querce. È piuttosto caratteristico sentirli dopo il tramonto sui faggi in ambiente montano: a quel loro prolungato, complesso e indescrivibile squittio si associa il costante movimento delle frasche sui rami alti su cui si muovono, e la caduta dei pezzi e gusci delle faggiole che mangiano. Molto difficile invece osservarli direttamente, anche con una torcia potente, proprio perché sono abbastanza sfuggenti e si muovono appunto sui rami più alti degli alberi. Occasione migliore per vederli invece, per chi frequenta un po' la montagna, è imbattersi in una colonia di ghiri in un bivacco situato vicino al bosco; è molto facile che questi animali si stabiliscano nelle vecchie strutture umane, così come anche nei tetti delle case di campagna e nei solai, ma in quel caso, per il proprietario, è molto meno simpatico doverci avere a che fare.

 

Famiglia di ghiri in bivacco © Antonio Rinaldi