Tutela dell'ambiente, frequentazione della montagna, turismo sostenibile, sentieri e rifugi, fino ad arrivare alla promozione di buone pratiche di comportamento dei singoli e di modelli di sviluppo dei territori da seguire per limitare le conseguenze della crisi climatica. Un'azione di sensibilizzazione che deve essere a tutto campo, con destinatari i soci del Cai, gli amanti della montagna, l'intera cittadinanza e i decisori politici. Sono state tante le tematiche affrontate ieri sera dal Presidente generale del Cai Antonio Montani al Trento Film Festival, ospite della rassegna “Un'ora per acclimatarsi”. Montani ha risposto alle domande del direttore de' Il Dolomiti Luca Pianesi, di Sofia Farina dell'associazione Pow (Protect Our Winters Italy) e di Michele Argenta di “Ci sarà un bel clima”, che hanno proposto anche i quesiti raccolti con la collaborazione delle attiviste e degli attivisti di varie associazioni.
L'incontro con il Presidetne Montani al Trento Film Festival © Trento Film FestivalIl 101esimo Congresso del Cai
«Sono il presidente di un'associazione di protezione ambientale riconosciuta alla quale la maggior parte dei soci si iscrive inizialmente per frequentare la montagna. Solo in un secondo momento, grazie alla frequentazione e alla conoscenza delle Terre alte, diventa consapevole dell'importanza della tutela», ha detto Montani.
Le modalità attraverso le quali rafforzare e ampliare questa forma di educazione è l'obiettivo del 101esimo Congresso del Club alpino italiano, in programma a Roma il prossimo novembre.
«Il cambiamento climatico sarà lo sfondo del nostro congresso, durante il quale discuteremo su cosa deve fare un'associazione come la nostra per ridurre al minimo l'impatto delle nostre attività e su come deve cambiare l'approccio sul come pensiamo la montagna. Dobbiamo dare prima di tutto l'esempio, spingendo così la politica ad agire. Dobbiamo prenderci la responsabilità di mostrare qual è la direzione giusta da prendere».
Il Rifugio Torino © CaiSentieri e rifugi
In questo senso Montani ha citato l'incontro avuto i giorni scorsi con il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, nel corso del quale ha ribadito la necessità di una chiara definizione nella normativa nazionale di cosa sia un sentiero e cosa sia un rifugio.
«È un passo necessario in vista di una normativa ad hoc, che riconosca la specificità di queste strutture. Pensando ai rifugi, bisogna tracciare una linea netta per chiarire quali strutture in quota possano essere considerate rifugi e quali no. Una definizione di questo tipo è imprescindibile per chiedere delle deroghe su una serie di regolamentazioni per i rifugi, data la loro specificità».
Il Presidente generale del Cai ha ribadito ancora una volta la contrarietà del Sodalizio alla realizzazione di nuovi impianti sciistici e all'ampliamento di quelli esistenti.
«Per noi le infrastrutture della montagna sono i sentieri e i rifugi. Alla loro manutenzione vanno indirizzate le risorse per lo sviluppo della montagna, con interventi di conservazione e non di sostituzione. Il resto sono battaglie di retroguardia. La realizzazione di nuovi impianti non rappresenta il futuro, è un modello di sviluppo sbagliato che in molti casi, aspetto fondamentale, non rispetta le normative».
Sui sentieri delle Dolomiti orientali © CaiTurismo e marketing territoriale
La discussione ha toccato anche il tema dei numeri chiusi e dei divieti, che, ha detto Montani, non sono necessari se si fa una corretta informazione.
«Credo a politiche e ad azioni di marketing territoriale che facciano conoscere l'esistenza di aree montane altrettanto belle e meritevoli di essere scoperte di quelle più rinomate. Il rilancio del Sentiero Italia CAI ha esattamente questo intento: vogliamo promuovere sempre di più un escursionismo culturale, che, alla preparazione e competenza di natura tecnica, affianchi l'attenzione ai luoghi attraversati e alle popolazioni che lì vivono».
Per il raggiungimento di tutti questi obiettivi, ha ribadito Montani, non può mancare il coinvolgimento dei giovani, le cui competenze e idee vanno valorizzate il più possibile. La chiusura è stata dedicata ancora al 101esimo Congresso.
«Vogliamo arrivare alla redazione di un nuovo codice di autoregolamentazione, che richiami ognuno di noi alla coerenza dei propri comportamento, una sorta di impegno morale da seguire e rispettare».