07.11.2023 - - - ambiente cronaca escursionismo sci alpinismo
È entrato nel vivo il lavoro di formazione per 31 volontari che sono stati selezionati dal personale del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico per diventare soccorritori nelle regioni nord occidentali del Kosovo. Si tratta di un progetto nato nel 2022 sotto l’impulso dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo denominato NaturKosovo che ha l’obiettivo di rilanciare il tratto kosovaro della Via Dinarica, la rete di percorsi escursionistici che attraversa l’intera catena delle Alpi Dinariche dalla Slovenia all’Albania, passando per Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Serbia e, per l’appunto, Kosovo.
Grazie al coinvolgimento delle organizzazioni non governative Volontari nel mondo RTM e CELIM, con il contributo del CNSAS, del Club Alpino Italiano e dell’Associazione Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, si sta lavorando per migliorare l’offerta turistica rivolta a escursionisti e trekker che intendono avventurarsi tra le montagne del neonato stato balcanico e al contempo costituire un nucleo di soccorritori preparati in grado di intervenire in aiuto di coloro che ne avessero bisogno.
Tecniche di trasporto della barella per gli allievi del corso da soccorritori alpini in Kosovo. © arch. CNSAS
«All’inizio di ottobre – racconta Simone Alessandrini, responsabile del progetto per il CNSAS – si è svolta la prima attività di formazione per i 31 volontari selezionati, di cui 4 ragazze. Due tecnici della Scuola Nazionale Tecnici e un sanitario della Scuola Nazionale Medica si sono recati nella regione di Pejë per fornire a questo nucleo di giovani motivati e curiosi una preparazione assimilabile agli Operatori di Soccorso Alpino in Italia. Naturalmente il piano formativo è stato adattato alle caratteristiche e alle esigenze di quello specifico territorio».
La formazione sanitaria del corso per soccorritori alpini in Kosovo. © arch. CNSAS
Per il personale del CNSAS si tratta della quinta missione già effettuata in Kosovo.
«Dopo due incontri istituzionali – prosegue Alessandrini – per incontrare i rappresentanti delle municipalità interessate dal progetto e per presentare il piano formativo studiato ad hoc, si sono svolte due selezioni, estiva e invernale, che hanno condotto alla scelta dei primi partecipanti. Per certi aspetti ci siamo trovati di fronte a una realtà simile a quella italiana che condusse alla nascita del CNSAS nel 1954: giovani volenterosi che fanno già parte di alcune organizzazioni di soccorso ma che hanno bisogno di maggiore preparazione e coordinamento. Durante la prima sessione formativa, abbiamo anche consegnato l’attrezzatura individuale e da soccorso, acquistata con i fondi del progetto».
Una fase delle selezioni invernali per individuare gli allievi del corso di formazione per soccorritori alpini in Kosovo. © arch. CNSAS
Con l’arrivo della stagione fredda, a fine gennaio è previsto il secondo modulo formativo incentrato su tecniche e manovre di salvataggio in terreno invernale. Ma non finisce qui perché il coinvolgimento del CNSAS prevede ulteriori step anche nei prossimi anni.
«Le Alpi Dinariche in Kosovo – conclude Alessandrini – presentano inverni molto nevosi e ambienti sempre più apprezzati da scialpinisti e freerider. Per questo motivo abbiamo previsto per i soccorritori locali una specifica formazione su neve e ghiaccio che consenta loro di intervenire anche in questo tipo di terreni. Per il prosieguo del 2024, si terranno gli esami di valutazione e la selezione dei migliori 8 allievi che proseguiranno con la formazione avanzata. L’obiettivo che ci siamo prefissati entro la fine dell’operazione nel 2025 è portare in Italia 3 o 4 volontari che potranno approfondire ulteriormente la loro preparazione per tornare in Kosovo come istruttori in grado di proseguire in autonomia il lavoro che abbiamo svolto finora. Con la speranza di contribuire alla nascita di un servizio di soccorso alpino preparato, ma soprattutto indipendente».
Foto di gruppo durante la prima formazione per soccorritori alpini in Kosovo. © arch. CNSAS