La Forcella Ambrizzola, posta ai piedi dei verticali pilastri della Croda da Lago è uno storico punto d’unione fra il Cadore (Val Fiorentina e Val del Boite) e l’Ampezzano. Raggiungibile anche in inverno con le ciaspole, in caso di buon innevamento, o con i ramponcini se la coltre bianca latita, rappresenta una meta appagante per lo scenario in cui è immersa. Qui si è descritta la salita dalla Val Fiorentina, percorso che consente di ammirare gli appicchi settentrionali del Pelmo e di poter usufruire dei servizi del Rifugio Città di Fiume, aperto anche nella stagione invernale. Il dazio da pagare, volendo evitare tratti asfaltati, è la coincidenza dei percorsi di andata e di ritorno, ma il cambiare della luce e la sorprendente bellezza e ampiezza dei panorami non porterà di certo noia all’escursionista.
L'avvicinamento
Provenendo dalla Val di Zoldo in direzione Selva di Cadore, scollinare il Passo Staulanza (1773 m) e scendere un paio di km, fin dove, in corrispondenza di un tornante a sinistra, si stacca sulla destra una stradina sterrata con chiare indicazioni per il rifugio. Parcheggiare nell’ampio slargo sassoso all’inizio della stessa (1663 m). Negli ultimi anni alcuni smottamenti hanno in parte invaso l’area, nel caso probabile che la sbarra sia chiusa si può posteggiare un po’ più giù, in direzione Selva di Cadore.
Il percorso
Dal parcheggio, da cui si può già ammirare il vasto ghiaione della Val d’Arcia su cui poggiano le verticali e possenti pareti settentrionali del Pelmo e del Pelmetto, seguire la strada bianca preclusa al traffico (sent. 467) che si addentra in un bellissimo bosco di abeti rossi e larici. In 30 min si raggiunge il tornante su cui appena sotto è ubicata la Malga Fiorentina (1799 m). Il punto è piuttosto panoramico, con bellissima visuale ravvicinata verso le dentellate creste delle Rocchette e i loro verdi e morbidi basamenti erbosi.
Proseguire sulla sterrata, che ora vira in direzione est, e in altri 20 min raggiungere i pascoli su cui sorge il Rifugio Città di Fiume (1917 m). Il panorama che si presenta è sontuoso, con gli imponenti appicchi settentrionali del Pelmo che rubano la maggior parte delle attenzioni, ma lo sguardo può spingersi ben più lontano, verso la Civetta, la Marmolada (con il suo ghiacciaio settentrionale), il Sassolungo e il Sella. Fin qui la neve risulta sempre ben battuta.
Il Rifugio Città di Fiume, inaugurato il 20 settembre 1964, è stato ricavato dall’antica Malga Durona. La struttura segue lo stile delle abitazioni delle valli dolomitiche, con pietra sotto e legno nella parte superiore. Risulta che Malga Durona risalga addirittura al 1600 e fosse al servizio di allevatori di pecore, anche se la planimetria attuale risale al 1924. Nel 2005 gli ultimi lavori di adeguamento hanno valorizzato la sua particolarità architettonica che prevede tre vani ad arco.
Dal rifugio avanzare sul sent. 467 (da qui in poi anche Alta Via delle Dolomiti n. 1), tagliando le verdi pendici occidentali del Col de la Puina e allontanandosi progressivamente dal Pelmo. Inizialmente si avanza nel bosco (sempre largo sentiero o stradina), poi il cammino si sviluppa con leggeri saliscendi fra mughi, rododendri, ontani verdi (quest’ultimi nei versanti più umidi) e spazi aperti fino alla Forcella de la Puina (2034 m). Da qui è vivamente consigliato fare qualche passo e avanzare nell’ampio pascolo per ammirare la Valle del Boite incorniciata dai gruppi del Sorapìs, delle Marmarole e dell’Antelao. Salire ora sulla recente sterrata e oltrepassare la vicina Forcella Roàn, da cui si stacca il sent. 458 che scende verso San Vito di Cadore.
Il percorso prosegue in discesa e, con modesti saliscendi, giunge a una bucolica conca dove si trovano i ruderi di Malga Prendera (2148 m, 1 h dal rifugio). Il panorama è molto suggestivo, con la catena delle Rocchette che si erge come un elegante muro merlato sopra la vecchia stalla. Da ovest verso est si allineano il Becco di Mezzodì (2603 m, parzialmente nascosto), la Rocchetta di Prendera (2496 m), la Rocchetta de Ruoibes (2458 m), la Rocchetta di Sorarù (2409 m) e la Rocchetta di Campolongo (2287 m). Fin qui in genere la traccia sulla neve è sempre ben visibile e battuta.
Salire verso nord-ovest, sempre sul sent. 458 e raggiungere la sella della Forcella Col Duro (2302 m), proseguire quindi in leggera salita su ghiaie, fiancheggiando la base occidentale del Becco di Mezzodì, punto cardinale meridionale per gli abitanti di Cortina d’Ampezzo.
Un’ultima breve discesa ed ecco raggiunta la Forcella Ambrizzola (2277 m, 1.30 h dal rifugio), con la sua ampia visuale che va dalla conca di Cortina alla Marmolada, passando per Sorapìs, Antelao, Pelmo, Civetta, Pale di San Martino e praterie di Mondevàl. Proprio Mondevàl, quel luogo divenuto famoso per la scoperta dei resti e del corredo di un uomo del Neolitico, è raggiungibile scendendo per altri 30 min seguendo il sent. 436. Solitamente qui la traccia è da battere o risulta meno evidente.
Il rientro avviene per lo stesso percorso.