Felice Giordano, storia del busto ritrovato

Un busto marmoreo dedicato a Felice Giordano, ingegnere del XIX secolo, viene scoperto rivelando un importante legame con la storia sarda e il Club Alpino Italiano.
Il busto dedicato a Felice Giordano © CAI Cagliari

È stato ritrovato un busto marmoreo che porta alla luce un pezzo di storia dimenticata nel cuore della Sardegna. Questo ritrovamento, avvenuto durante un'escursione alla ricerca di un albero di Tiglio, ha svelato un monumento dedicato a Felice Giordano, un ingegnere e architetto del XIX secolo. Pubblichiamo quindi di seguito l'articolo sul ritrovamento, a cura di Giorgio Argiolas e Alessandro Baldussi. l’articolo ci conduce attraverso un’affascinante avventura che inizia con una semplice richiesta per raccogliere foglie e fiori di tiglio, ma si trasforma rapidamente in un'indagine su un personaggio chiave della storia sarda e del Club Alpino italiano.

 

Il ritrovamento

Succede tutto per caso! Un’amica, appassionata di tisane con erbe naturali da lei stessa raccolte, conoscendo la nostra passione per la montagna, ci chiede di procurarle foglie e fiori di Tiglio in quanto ricche di una marea di benefici. Non essendo un grande conoscitore floristico, vado a vedere su internet questa pianta. A vederla mi sembra di averla vista da qualche parte, forse lungo rio Ceraxa o a Gutturu Mannu. Chiedo notizie all’amico Gianni, dipendente di Forestas, ottimo conoscitore delle montagne e di tutto ciò che ci si trova. “Il Tiglio non credo di averlo mai visto, ma farò delle ricerche e ti farò sapere. Un collega vivaista mi ha detto che non è un albero dei nostri boschi per cui è improbabile trovarne qualche esemplare”, questa fu la risposta. 

Passano altri due-tre giorni, ed arriva la comunicazione di Gianni: “ti ho trovato il Tiglio, un amico mi ha detto che si trova presso il vivaio di Corongiu ed è anche registrato come monumento naturale in quanto ultracentenario (il vivaio che si trova presso la Diga di Corongiu è di proprietà del Comune di Cagliari nel territorio di Sinnai ad una ventina di km dalla città). Ormai la curiosità è forte e dopo un tentativo andato a vuoto – anche per il gran caldo del periodo – organizziamo con Valerio, dottore in Belle Arti, responsabile dell’archivio di Sinnai e corresponsabile del Museo ed Alessandro – referente del Gruppo Locale CAI Gerrei Parteolla Sarrabus (G.P.S.). Li ho coinvolti nella questione e volevamo vedere l’albero monumentale inesistente nelle nostre montagne ma presente in alcune città lungo i viali e in alcuni parchi anche in Sardegna. Finalmente arriviamo nella zona indicataci e troviamo, non uno, ma la bellezza di sette Tigli uno dei quali era appunto il monumento citato. In mezzo a tanta natura – Abbanoa cura il servizio della diga per l’erogazione dell’acqua e non ha mai curato particolarmente tutto il resto -  felici di aver visto finalmente l’agognato Tiglio, Valerio ed Alessandro sono stati attratti da qualcosa che spuntava  dai cespugli; incuriositi si avvicinano e scoprono  che era un busto marmoreo e zumando con la macchina fotografica si legge, sotto una spalla il nome dell’autore - Giuseppe Sartorio - ma non il personaggio riprodotto. 

Felice Giordano

L'identificazione

Valerio ci dice subito che l’artista – chiamato “il Michelangelo dei morti” - era famoso a fine ‘800 per i lavori sepolcrali in particolare ma che aveva realizzato anche dei monumenti da piazza come quello di Quintino Sella che si trova nella piazza omonima di Iglesias. L’interesse ormai si sposta tutto su questo aspetto e rientrati a casa Alessandro e Valerio cominciano a fare le ricerche che portano al nome del monumento. È Felice Giordano,  ingegnere idraulico e architetto civile che successivamente ha frequentato la scuola delle miniere a Parigi con Quintino Sella e poi è stato inviato in Sardegna nel 1852 come ingegnere del distretto delle Miniere della Sardegna con il grado di ingegnere di 2° classe e dal 1856 di 1° classe. In particolare si è occupato delle miniere demaniali di Montevecchio e Monteponi. 

Rimase in Sardegna fino al 1859 e poi tornò a Torino dove fu reggente dell’Ispettorato delle Miniere. Nel periodo di permanenza in Sardegna realizzò il progetto della diga di Corongiu, il primo lago artificiale in campo nazionale realizzato con sbarramento di corso d’acqua in valle montana. Fu per questo motivo che gli venne dedicato questo monumento. Felice Giordano, compagno di studi a Parigi di Quintino Sella, divenuto anche suo grande amico con cui ha condiviso la passione e lo studio delle montagne, fu fondatore del Club Alpino Italiano. Fu il primo socio del CAI a salire il Monte Bianco dalla parte italiana, ma non partecipò alla prima salita del Monviso con Sella (era impegnato in altri incarichi). Nel bollettino del CAI XXVI nr. 59 del 1892 sono riportate alcune delle più importanti escursioni da Lui effettuate.

 

Il ripristino della storia

Il Comune di Cagliari ha dato mandato alla ditta che cura il Verde Pubblico cittadino per la pulizia del monumento ed agli uffici competenti di recuperare tutti i documenti giacenti presso la vecchia casa del Direttore dell’acquedotto scampati all’incendio che tempo fa è stato appiccato rendendone il caseggiato pericolante. È intenzione del Club Alpino Italiano, appena possibile ma non prima che venga sistemato e riportato agli albori di una volta il monumento, organizzare una seconda inaugurazione e dare la possibilità a tutti di poterlo visitare.

Il busto dedicato a Felice Giordano

Il busto

a cura di Valerio Deidda

Presso le palazzine che un tempo ospitavano gli uffici della diga di Corongiu, si erge un monumento celebrativo dedicato all'ingegnere Felice Giordano, incaricato di progettare la prima diga di sbarramento in Sardegna. Realizzato nel 1894 dallo scultore Giuseppe Maria Sartorio, il monumento raffigura il busto di Giordano, la cui biografia è strettamente legata alla storia dell'industria idraulica e mineraria dell'isola. 

Felice Giordano, ingegnere idraulico, si trasferì in Sardegna nel 1852 e contribuì in modo significativo alla riorganizzazione e rinascita delle attività minerarie. Negli anni Sessanta dell’Ottocento progettò e realizzò il primo lago artificiale dell'isola, una diga di sbarramento nella località di Corongiu1, essenziale per l’approvvigionamento idrico della città di Cagliari. Oltre a questo, fu anche esploratore e tra i promotori del Club Alpino Italiano

Il monumento fu commissionato dalla città di Cagliari con il sostegno dell'impresa "Water and Gas" e realizzato da Sartorio, noto principalmente per la sua vasta produzione di sculture funerarie. L'opera presenta un basamento decorato con motivi floreali e racemi, elementi caratteristici dello stile dell'artista, su cui si erge il busto di Giordano, firmato dallo scultore sul lato sinistro. Il progetto del monumento, datato 6 aprile 1893, è custodito presso l'Archivio storico del Comune di Cagliari. La sua realizzazione fu finanziata dalla compagnia "Gas e Water" di William Craig, console britannico in Sardegna e residente a Sinnai. La notizia della costruzione è riportata anche nella rivista del CAI, volume 6 del 1894.