Everest: droni al servizio degli sherpa

L'uso di droni sulla cascata di ghiaccio del Khumbu rivoluziona la scalata dell'Everest, migliorando sicurezza e sostenibilità. Questa tecnologia riduce i rischi per gli Sherpa e aiuta nella pulizia della montagna. Ma l'avventura?
Drone al campo base dell'Everest

I droni sono arrivati ance sull'Everest, e stanno per cambiare radicalmente il modo in cui gli Sherpa affrontano la difficile traversata della cascata di ghiaccio del Khumbu, uno dei tratti più complessi della scalata all'Everest per il versante sud. Da oggi, gli Icefall Doctors non dovranno più affidarsi esclusivamente all'intuito e all'esperienza per tracciare il percorso: droni da carico esploreranno il cammino per individuare la via più sicura.

Oltre a individuare il miglior tragitto, i droni trasporteranno corde e scale in alluminio necessarie per attrezzare il percorso. Inoltre, verranno utilizzati per trasportare carichi fino al campo 1, riducendo significativamente il numero di attraversamenti richiesti agli alpinisti in una zona dove l'incertezza regna sovrana. Un'innovazione che non solo aumenterà la sicurezza, ma contribuirà anche a ridurre l'inquinamento acustico ed ambientale, sostituendo i voli degli elicotteri con un'alternativa più sostenibile.

 

Operatori drone al campo base

Un team di piloti di droni è già operativo al campo base dell’Everest e si sta occupando di guidare gli Icefall Doctors verso la zona più stabile del Western Cwm, dove si trova il campo 1. Nel frattempo, il lavoro manuale è già iniziato con l'attrezzatura di circa 350 metri di percorso nella cascata di ghiaccio. Le operazioni si sono fermate in questi giorni a causa dell'arrivo di un'ondata di maltempo, con forti venti che hanno abbattuto diverse tende al campo base.

Da anni, attraversare il Khumbu è considerato uno dei passaggi più pericolosi dell’intera Himalaya. E, secondo quando dichiarato ad Explorers Web da Dawa Steven Sherpa, CEO di Asian Trekking, sempre meno Sherpa accettano di lavorare in quella zona, preferendo altre vette come il Makalu o il Manaslu. L'introduzione dei droni potrebbe ridurre il numero di traversate richieste agli alpinisti, permettendo loro di restare nei campi più alti e minimizzando il rischio di incidenti mortali

Drone in volo con carico al campo base dell'Everest

Un’alternativa ecologica agli elicotteri

I droni necessitano di un piccolo generatore per ricaricare le batterie, ma rappresentano un’opzione più sicura ed ecologica rispetto agli elicotteri, che operano a quote proibitive in condizioni meteorologiche spesso proibitive. Inoltre, le normative attuali limitano i voli di elicotteri al campo 2 esclusivamente per missioni di soccorso, rendendo i droni un'opzione sempre più necessaria.

Un altro possibile utilizzo di questa tecnologia riguarda la rimozione dei rifiuti accumulati nei campi alti. Lo scorso autunno i droni hanno già dimostrato la loro efficacia recuperando immondizia dal campo 2 dell’Ama Dablam. Questo programma potrebbe essere ampliato a tutte le montagne sopra gli 8000 metri. Inoltre, una grande campagna di pulizia dell'Everest è prevista per questa primavera, coordinata dall’Expedition Operators Association e dal Sagarmatha Pollution Control Committee (SPCC), con il supporto del Nepal Tourism Board. Un team di 12 Sherpa si occuperà in particolare della bonifica del Campo 4, a quasi 8000 metri di quota.

Come già era stato con l'introduzione degli elicotteri, anche l’utilizzo dei droni segna una svolta epocale nell’alpinismo d'altissima quota. Se i test di quest’anno daranno esito positivo, questa tecnologia potrebbe diventare una componente stabile delle future spedizioni, riducendo i rischi per gli Sherpa e migliorando l’esperienza complessiva di scalata della montagna più alta del mondo.