I Monti Peloritani e la costa calabra © Grazia PitruzzellaQuando progettiamo la visita di una montagna che non conosciamo, in generale, sentiamo l'impulso di cavalcarne la cima, quasi a volerla conquistare, trascurandone le pendici. Desidero invitare i viandanti a prevedere almeno due giorni di esplorazione: uno dedicato alla scoperta dei sentieri a bassa quota e un altro per andare in vetta, così da avere una visione d'insieme più densa.
Avendo in questo caso a che fare con un rilievo di oltre tremila metri assiepato da centri abitati, trovo ancor più interessante respirare le aree di confine tra il mondo ancora abitato dagli umani e la dimensione più puramente naturale. Qui si possono incontrare vecchi manufatti che sono in armonia con il territorio e raccontano la vita che vi si svolgeva un tempo: mulattiere con lastre perfettamentte lavorate, intagli nei pini per l'estrazione della resina, tacche per il commercio del ghiaccio, muretti a secco che accompagnano saldamente l'incedere del tempo e delle intemperie a contenere terrazze sapientementte coltivate, piccoli magazzini e ricoveri per lavoratori e animali.
Si tratta del cammino al Bivacco del Crisimo, situato sul versante nordorientale dell'Etna.
Il percorso
- Partenza: Strada Mareneve, Linguaglossa m 926
- Arrivo: Bivacco del Crisimo 1208 m
- Lunghezza: 9 km circa (a/r)
- Dislivello: +230 m circa
- Durata: 3 h circa
- Difficoltà: facile-medio
- Punti acqua: nessuno
- Punti di appoggio: Bivacco del Crisimo
L'itinerario
Si prende l'ampia mulattiera con i cartelli per il Bivacco del Crisimo che si stacca sulla sinistra dalla Strada Mareneve al di sopra dell'abitato di Linguaglossa, e si sale serpeggiando tra terrazze abitate da querce e castagni.
Si superano case custodite e abbandonate, procedendo su asfalto tra lecci, cipressi e ultivi raggiungendo uno slargo (0,10 h – 960 m) e poi grandi pietre che invitano alla sosta. Poco oltre si oltrepassa il ponte sul Vallone Salto del Bue (974 m), prendendo il tempo per ammirare i banchi di basalto levigato dalle acque stagionali a sinistra e a destra un accenno di ingrottamento oltre a un ampio spiazzo sabbioso.
Dopo un bivio sulla destra e terrazze per sostare all'ombra, la vista si apre sui Monti Peloritani in territorio messinese e Linguaglossa. Accompagnati da cippi, si trova un altro bivio (974 m) e il cammino diviene ondulato e abbracciato da terrazze spalleggiate da una casupola, quindi si sale su un breve tratto basolato e protetto da steccato. Quando cominciano ad apparire alte e grandi ginestre etnee, in primavera inoltrata adornate da fiori gialli dal profumo inebriante, la vista si apre verso il blu del Mar Ionio fino oltre la costa calabra. Piante di asfodelo e fumaria e cespugli di rovi, che assicurano la merenda estiva con le loro more, accompagnano fino a un nuovo tratto di basolato (1007 m) in ripida salita. Quasi a rispondere al bisogno di riposo dei viandanti, si manifesta una grande quercia con spesse radici e muretti e massi che inducono a fare una pausa (0,50 h – 1028 m).
Il cammino si fa ondulato arrivando a un pianoro in cui sorge un noccioleto delimitato da muretti a secco e popolato da arnie. Segue l'ingresso del demanio del Crisimo (1,10 h – 1072 m) con scalette da oltrepassare che danno in un magnifico castagneto con area attrezzata in cui poter svolgere numerose attività, sia in movimento che statiche. Lo si attravesa pervasi da un senso di protezione per prendere in salita l'ampio basolato cinto da steccato, che prosegue sterrato superando un bivio a destra (1107 m). Si procede dritti attraverso il castagneto di Piano Porcheria corredato da una gradita panca e con cartello che indica il rifugio a 1 km, mentre il bivio a sinistra porta al Bivacco delle Querce Grandi (1,30 h – 1144 m), altro prezioso presidio del parco.
Si prosegue salendo a destra salutati da un grande pino e poco dopo comincia il basolato con steccato che accompagna fino alle strutture (1,40 h - 1208 m), circondate da floridi cespugli di piante aromatiche: a destra si trova il bivacco sempre aperto con grande sala arredata da tavolo, panche, ampio letto a castello e camino e la legnaia, mentre a sinistra campaeggia il rifugio chiuso con magnifica vista sulla costa e Monte Stornello.
Si ritorna al punto di partenza seguendo lo stesso percorso.