Dolomiti, preoccupazione per traffico crescente e nuove infrastrutture

Cai Alto Adige, Alpenverein Südtirol, Cai Veneto, Cai Friuli Venezia Giulia e Sat hanno chiesto alla Fondazione Dolomiti Unesco un maggior coinvolgimento nella tutela, in vista di un possibile “assalto alla diligenza” causato dai fondi del Recovery Fund
La gestione del traffico sulle Dolomiti è stato il tema dell'incontro dell'altro giorno trai vertici di Cai Alto Adige, Alpenverein Südtirol, Cai Veneto, Cai Friuli Venezia Giulia e Sat con il consiglio di amministrazione della Fondazione Dolomiti Unesco.

Solo la politica può intervenire per ridurre il passaggio dei veicoli

La questione esiste da dieci anni e, come scrivono i presidenti del Cai Alto Adige Carlo Zanella e dell'Avs Georg Simeoni in una nota congiunta, non ha visto «nessun provvedimento serio preso da parte della politica delle Province e Regioni interessate, a parte le cinque giornate di chiusura del passo Sella tre anni fa».
Le associazioni alpinistiche hanno ribadito che solo la politica può intervenire in maniera drastica,
«ma, senza il coraggio di queste decisioni, si continuerà solo a discuterne», continuano Zanella e Simeoni.

Rischio proliferazione di infrastrutture con il Recovey Fund

Contemporaneamente la preoccupazione di Cai, Avs e Sat riguarda il fatto che si parli unicamente di traffico e mobilità tralasciando le altre questioni.
«In un momento in cui è in discussione la distribuzione dei fondi del Recovery Fund, in questo modo c'è il rischio che detti fondi vengano destinati alla costruzione di nuovi impianti di risalita con la scusa della riduzione del transito automobilistico».
Cai, Avs e Sat, pur sottolineando di «non essere oltranziste o integraliste», si dichiarano
«molto preoccupate per il futuro delle Dolomiti e dei territori circostanti per le molteplici iniziative di investimento che, con il Recovery Fund, potrebbero provocare un assalto alla diligenza. Assalto che avrebbe come conseguenza il proliferare di nuovi impianti di risalita, alberghi di lusso e rifugi ristrutturati simili ad alberghi».

Maggior coinvolgimento nella tutela della Fondazione Dolomiti Unesco

La richiesta alla Fondazione Dolomiti Unesco è stata dunque quella di «un maggiore coinvolgimento nella tutela del territorio facendosi garante di critiche e disapprovazioni in merito a situazioni di particolare disagio ecologico, ambientale e di speculazione».