Emanuele Andreozzi e Stefano Giongo hanno aperto una nuova via di misto sulla parete nord del Monte Fop, proprio di fronte alla celebre sud della Marmolada. L'itinerario si chiama Per un angelo, una via di ben 630 metri (AI5, M6), salito su ghiaccio dalla qualità non ottima e calcare invece davvero compatto, che ha creato qualche difficoltà nel proteggere alcuni tratti difficili.
La via risulta interessante innanzitutto per il luogo, come si evince dal report di Andreozzi: «La parete nord del Monte Fop si annovera sicuramente tra le pareti dolomitiche meno conosciute dal punto di vista alpinistico. Posta di fronte alla mitica sud della Marmolada, non può reggerne il confronto; mentre essa brilla al sole e invita chiunque la guardi ad essere scalata, al contrario la Nord del Fop, annichilita e all’ombra, appare cupa e con roccia poco invitante».
Sulla via Per un angelo © E.Andreozzi, S.Giongo
Per un angelo si mostra già alla base come una interessante via di misto che segue l'evidente spaccatura che solca da cima a fondo la parete nord del Monte Fop. All'inizio del primo tiro, nel facile canalino con ghiaccio di secondo grado (max), i due alpinisti hanno trovato prima 4 fix e poi, alla base del muro verticale, vi era un singolo golfaro con maillon di calata. Per il resto niente.
Andreozzi aveva visto la linea già nel 2016, ma solo a dicembre di quest'anno è riuscito finalmente a fare un tentativo, o meglio, un'esplorazione con la sua compagna, ma le condizioni erano proibitive, con neve inconsistente al posto del ghiaccio. Il 4 gennaio nuovo tentativo, ma questa volta con Emanuele c'era Stefano Giongo. Detto dei fix nel tratto iniziale, una volta arrivato sul duro i due alpinisti non hanno trovato più nulla. Ancora dalla relazione. «Iniziai a scalare il ghiaccio verticale con molta prudenza, non sempre era solido e le viti non garantivano alcuna tenuta. Il forte attrito a metà fu la scusa perfetta per fermarmi ad attrezzare una buona sosta sulla roccia a sinistra del ghiaccio. Fu una scelta saggia, perché quando ripartii, la situazione peggiorò. Non tanto nel ghiaccio, che come prima era di dubbia tenuta e appena sufficiente per scalare, ma il vero problema consisteva nel calcare super compatto che non offriva alcuna possibilità di protezione, così dopo essere riuscito a piazzare un ottimo friend numero 4 appena partito dalla sosta, dovetti scalare i restanti 8 metri su difficile ghiaccio verticale prima di avere a disposizione un nuovo posto per piazzare una protezione».
Sulla via Per un angelo © E.Andreozzi, S.GiongoSuperata la parte più difficile, Stefano ha affrontato il tratto meno verticale in un singolo tiro da 380 metri, fino al camino terminale. A quel punto la palla è passata nuovamente a Emanuele, che ha dovuto affrontare nuove difficoltà. «Durante tutta la salita mi ero chiesto se ci avrebbe lasciato passare e in quel momento toccava a me iniziare a scoprirlo. Man mano che salivo, il camino si faceva più angusto e stretto, ma almeno in quel primo tratto sembrava fattibile: la roccia era solida e gli agganci per le picche non mancavano mai. Con un ultimo sforzo, sfruttando un aggancio rovescio, mi tirai su oltre uno strapiombo, giungendo su un canale di neve, per poi fermarmi a sostare sotto un masso incastrato». Da lì un ultimo strapiombo per Stefano e poi la cresta, fuori dalla parete. La discesa è avvenuta in parte a doppie e in parte disarrampicando, i due alpinisti erano alla base della parete già prima del tramonto.