Sono stati individuati sulla parete ovest del K2 i due alpinisti giapponesi Kazuya Hiraide e Kenro Nakajima, che da giorni risultano dispersi sulla montagna. A permettere l’individuazione il sorvolo con gli elicotteri dell’esercito pakistano, che a un primo sorvolo hanno identificato due sagome immobili a una quota poco più alta di seimila metri. Non sono al momento note le condizioni dei due, anche se le speranze di trovarli in vita sono ormai vane.
Forti ed esperti avevano lasciato il loro campo base cinque giorni fa, con l’obiettivo di aprire una nuova via in stile alpino sulla poco frequentata parete. Secondo le prime ricostruzioni i due avrebbero raggiunti i 7500 metri di quota quando, probabilmente in seguito a una caduta, sarebbero precipitati lungo la linea di salita.
Non è ancora chiaro se verrò effettuato un tentativo di recupero dei corpi dei due scalatori. Dalle poche informazioni che trapelano si sa che il main sponsor della spedizione, unitamente all’ambasciata giapponese in Pakistan, sta cercando di organizzare una squadra via terra. Una possibilità che, a una prima analisi, appare remota. Nonostante sulla montagna siano impegnati decine di scalatori, ora in discesa dalla vetta o dal tentativo di vetta, si tratterebbe infatti di un tentativo di salvataggio tecnicamente molto difficile.
Va precisato che al momento le autorità giapponesi non hanno ancora ufficializzato i nomi degli alpinisti, ma appare evidente come i due scalatori fossero gli unici impegnati sulla parete in questa stagione.
Una coppia da Piolet d’Or
Lontani dalle vie battute, Kazuya Hiraide e Kenro Nakajima formavano una cordata di prim’ordine. Hiraide, nel corso della sua carriera si era aggiudicato ben tre Piolet d’Or, la massima riconoscenza a livello alpinisti, di cui due insieme a Nakajima. Il primo nel 2009 per la salita della parete sud-est del Kamet (7756 m, India). Salita realizzata con la moglie Kei Taniguchi. Il secondo arriva nel 2017, con Kenro Nakajima, per l’apertura di una nuova via sulla parete nord-ovest dello Shispare (7611 m, Pakistan). Un’impresa che rimarrà per sempre nella storia dell’alpinismo, con i sette giorni di scalata continua che ha richiesto. Salita effettuata, ovviamente, in stile alpino. Un anno dopo, è ancora la cordata Hiraide-Nakajiama ad aggiudicarsi un nuovo Piolet d’Or, questa volta per l’apertura di una nuova via tra la parete sud e la cresta sud-est del Rakaposhi (7788 m, Pakistan).
La parete ovest del K2
Osservata per la prima volta dal Duca degli Abruzzi, la parete ovest del K2 ha visto pochi alpinisti approcciarla nel corso della storia. Enorme e selvaggia, è stata salita per la prima volta nel 2007, da una spedizione russa capitanata da Victor Kozlov. Una spedizione massiccia, durata oltre due mesi. Un vero e proprio assedio alla montagna, da parte di una squadra affiata e solida che si è mossa in modo perfetto sulla montagna fissando corde e installando Ben sette campi. A riuscire nella salita, il 21 agosto 2007, Andrew Mariev e Vadim Popovich. A seguire altri 9 alpinisti del team.
Secondo le poche informazioni che si hanno, i due giapponesi avrebbero tentato l’apertura di una nuova via a sinistra dell’itinerario russo, che corre al centro della parete. Alcuni dei componenti della spedizione del 2007 hanno anche ipotizzato che si stessero muovendo lungo un precedente tentativo effettuato da Voytek Kurtyka e Jean Troillet nel 1987. Al tempo i due fortissimi scalatori erano riusciti a raggiungere i 6500 metri, prima di essere fermati dal rischio valanghe. Nessun altro si è più mosso sulla parete, prima di Hiraide e Nakajima.