Dhaulagiri: recuperate le salme dei cinque alpinisti russi

Il team era andato all'attacco della vetta il 6 ottobre, l'operazione coordinata da MIngma Sherpa è stata resa possibile dall'intervento dell'elicottero
Veduta aerea del Dhaulagiri


Sono stati recuperati i corpi dei cinque alpinisti morti sul Dhaulagiri lo scorso 7 ottobre. L’operazione, resa molto pericolosa dal luogo in cui si trovavano, è stata a lungo in dubbio. Infine, un team nepalese è riuscito nell’intento, sfruttando una finestra meteo favorevole.


Alexander Dusheyko, Oleg Kruglov, Vladimir Chistikov, Mikhail Nosenko e Dmitrii Shpilevoi erano precipitati per oltre 700 metri, quando ormai erano a una quota di circa 7mila600. L'operazione era sembrata immediatamente molto complicata: pur non essendoci mai stata alcuna speranza di ritrovarli vivi, erano sorti immediatamente dei dubbi anche solo sulla possibilità di riportare a valle le salme, a causa della pericolosità del luogo, molto esposto a distacchi che avrebbero messo a repentaglio anche la vita dei soccorritori. Il 16 mattina, tuttavia, approfittando di una finestra di bel tempo, l’elicottero di Altitude Air, pilotato Bibek Khadka ha potuto raggiungere la zona ed effettuare il recupero. «Abbiamo recuperato con successo i cinque corpi grazie all’opera di Dawa Phinjo Bhote e Lakpa Bhote - ha dichiarato a operazioni concluse Mingma Sherpa, presidente di Seven Summit Treks-. La missione ha coinvolto anche lo specialista di questo genere di interventi Lokendra Dhami, che ora è al campo base, dove sono state portate le salme degli alpinisti prima del trasferimento a Kathmandu».


Il team russo aveva lanciato l’attacco alla vetta il 6 ottobre, intorno alle 6 del mattino, e c'era stato l'ultimo contatto verso le ore 23 del giorno precedente. Era il secondo gruppo della spedizione russa a lanciare l’attacco alla vetta. Denis Aleksenko (Russia) e Artsiom Tsentsevitski (Bielorussia) avevano raggiunto la vetta del Dhaulagiri il 5 ottobre in stile alpino, ed erano rientrati poi al campo base. La spedizione russa contava in tutto 15 membri e non aveva supporto di sherpa, né faceva utilizzo di ossigeno supplementare.