Soccorso Alpino in azione © CNSASQuattro persone decedute sulle montagne abruzzesi in sette giorni, tre sul Cervino soltanto venerdì e una sulle Alpi Apuane: un bilancio pesante quello comunicato dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico in quello che tradizionalmente è uno dei periodi più impegnativi per chi fa soccorso in montagna.
A questi dati si aggiungono le centinaia di richieste di soccorso giunte per traumi minori o per banali perdite di orientamento e proprio su questo i dati statistici del CNSAS parlano chiaro: in montagna la generale incapacità è classificata come la seconda causa d’incidente.
Non è stata l’incapacità però il comune denominatore di tutte le vittime di questa settimana, bensì la tragica fatalità: si trattava di persone correttamente equipaggiate, che stavano svolgendo attività ben programmate. In Abruzzo due escursionisti sono scivolati per diverse centinaia di metri, un anziano è stato colto da malore e l’ultimo, proprio questa notte, è precipitato con l’auto durante un off road.
Come è ben noto, un’adeguata preparazione ed un corretto equipaggiamento non esentano dai rischi intrinsechi dell’ambiente montano, ma di certo possono ridurli considerevolmente. Come spesso ricordato, il rischio zero non è associabile a quasi nessuna attività, soprattutto quelle svolte in ambienti impervi; studiare il percorso, dotarsi di scarpe adeguate, scegliere itinerari alla propria portata e allenarsi sono però buone norme che aiutano a vivere la montagna con una dose di sicurezza in più.