Culti, storie e leggende lungo il Sentiero Italia: San Vito sullo Ionio

Lago Acero © Marco Garcea

Lasciato il suggestivo Lago Acero inizia il tratto in discesa per raggiungere San Vito sullo Ionio, meta della tappa SI U11 del Sentiero Italia. Una sosta interessante per scoprire questo caratteristico comune delle Serre Calabresi, ricco di storie e curiosità. Gli abitanti di San Vito sullo Ionio sono legati da un sentimento di fede e religiosità sin dai tempi remoti, ne sono la testimonianza diversi edifici di culto presenti. Fonti rimandano al periodo bizantino e nel 1700 in particolare, vigeva una legge la quale stabiliva che ogni mille abitanti doveva essere costruita una chiesa. La partecipazione agli eventi religiosi era così intensa che i fedeli portavano una sedia da casa per non rimanere in piedi. E ancora oggi la tradizione continua in molte occasioni. 

La chiesa matrice è dedicata a San Vito, il patrono, ed è composta da tre navate, una centrale e due laterali. Al suo interno si trovano pregevoli opere: la statua in legno di San Vito risalente al 1822, l’altare ligneo scolpito da abile artigiano locale e alcune tele riconducibili alla scuola pittorica napoletana del ‘700. Sopra al campanile svetta la statua di San Raffaele collocata nel 1967. Una scaletta interna conduce alla grotta dedicata a San Vito martire e in tempi recenti sono state rinvenute le reliquie di altri martiri, alcuni dei quali anonimi, reliquie contenute in piccole teche. La devozione al patrono risale a tempi remoti e in quasi tutte le famiglie qualcuno si chiama Vito o Vitina. La ricorrenza si celebra il 15 giugno, mentre la quarta domenica di ottobre ricorre la festa delle Reliquie o di Ringraziamento.

La festa del Ringraziamento è legata a due leggende. La prima risalente al 1800 quando in un periodo di carestia giunsero nel comune alcuni carri colmi di grano chiedendo al sindaco se ne avesse fatto richiesta.  Il sindaco negò e gli accompagnatori si recarono in chiesa e riconobbero nell’effige di San Vito il volto del ragazzo che aveva commissionato il carico di grano. Altra leggenda racconta di persone provenienti dal comune di Maida in cerca di grano che, entrando in chiesa per una preghiera di ringraziamento, riconobbero nelle sembianze della statua del santo colui che gli aveva indicato la via durante il tragitto. E ogni anno, in ricordo di questo evento, pellegrini da Maida si recano a San Vito sullo Ionio in occasione della festa di ottobre. 

Altra curiosa leggenda racconta dell’esistenza nella chiesa matrice di due statue del patrono, una custodita nella grotta e l’altra sull’altare. La statua della grotta, nel periodo della processione, veniva sostituita con quella presente sull’altare e succedeva quasi tutti gli anni che la notte prima della processione misteriosamente le statue invertite ritornavano al loro posto, nonostante fossero sorvegliate dalle guardie del podestà. Così si decise di scolpirne una terza, commissionata dall’artista di Serra San Bruno Venanzio Pisano e dal 1822 in processione ci va la terza statua. 

La storia di San Vito sullo Ionio è legata in particolare alla lavorazione del lino, tanto che ogni famiglia era attrezzata di un telaio per la lavorazione della seta. Una leggenda, del Murorotto, racconta di un lago racchiuso da una diga che impediva agli abitanti di avere a disposizione terreni per la coltivazione dei bachi, importante per la produzione del tessuto. Decisero di rivolgersi a San Vito che ascoltò le suppliche distruggendo la diga con una spada. Gli abitanti ebbero così terreni a sufficienza per coltivare i bachi. Oggi nel centro storico è possibile visitare la Filanda, una via dove viene ricordata con riproduzioni artistiche,  il prezioso lavoro degli abitanti. 

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Particolare di dipinto a San Vito © Marco Garcea