Cortinarius archeri © Wikimedia CommonsCon l'autunno imminente, il ritorno delle piogge e i boschi ancora caldi dalla lunga stagione estiva, si apre il momento d'oro dell'anno per quanto riguarda i funghi. Funghi che i più vedono esclusivamente come poche specie da ricercare intensamente per soddisfazione personale, o per golosità, ma che sono anche e soprattutto una vera e propria meraviglia della Natura, con le loro mille forme e colori, con i capricci legati alla loro nascita e i misteri legati alla loro rapida crescita. Di funghi esistono diverse migliaia di specie, ed è enorme il lavoro dei micologi, così come le controversie sulla loro classificazione, intensificate negli ultimi tempi da quanto scoperto con l’indagine genetica che ha rivoluzionato la sistematica di questo mondo.
I Cortinari
Prendiamo spunto da alcuni ritrovamenti fatti nel bosco negli ultimi giorni, per parlare di uno dei generi più caratteristici abbondanti e diffusi dalle Alpi dell'Appennino, in particolare proprio nella stagione autunnale, i Cortinari. Si tratta di un genere di funghi che si caratterizza per avere tra gambo e cappello una “cortina” ovvero una sorta di ragnatela che ha il ruolo di proteggere le lamelle (che stanno sotto il cappello e dove vengono prodotte le spore), ovvero la parte fertile del fungo.
La cortina accomuna i funghi di questo genere che poi si differenziano per mille altri caratteri: alcuni sono viscidi e umidi e altri sono asciutti e sericei, alcuni hanno colori smorti e spenti altri sono particolarmente vivaci, e anche gli odori spaziano in una infinita gamma di sfumature. Sulla base di queste e altre caratteristiche i Cortinari vengono divisi in gruppi. Dal punto di vista della commestibilità è considerato in blocco un genere pericoloso e quindi il consiglio che il mondo micologico offre è quello di scartarlo a priori. Se vi sono infatti alcune specie come il Cortinarius praestans, tipico delle faggete, che è indubbiamente buono (e anche riconoscibile con una certa facilità, da un esperto), vi sono tante altre specie velenose, e alcune tra le più letali del regno dei funghi. Cortinarius orellanus e speciosissimus su tutti, provocano un’intossicazione che può mostrare i suoi sintomi solamente sei sette giorni dopo l'ingestione, il che li rende letali perché in sostanza quando ci si accorge del problema è ormai troppo tardi e le tossine del fungo hanno già provocato danni spesso irreparabili o difficilmente recuperabili, principalmente ai reni.
Ma tornando al “bello dei funghi”, uno dei Cortinari più belli che si possa incontrare nel bosco in questi giorni, è sicuramente C. violaceus, uno splendido fungo viola che sembra fatto di velluto e che non presenta peraltro particolari problemi di velenosità; non è un tuttavia un fungo ricercato né consumato perché di scarsissime qualità organolettiche (oltre al fatto che nel piatto rilascerebbe il suo viola un po’ poco incoraggiante).