Alessandro Beber, Matteo Faletti e Marco Maganzini hanno aperto Coro meu, una via di 390 metri e dfficoltà fino a 6c+ a Punta Argennas, in Sardegna. L'itinerario nasce da un'idea di Beber, ottimamente coaudiuvato dai suoi due soci, per tre-quattro giorni in una prima metà di ottobre che sull'isola ha regalato giornate meravigliose, sfruttate al meglio dalla cordata. «L'avvicinamento è quello tipico della Sardegna, piuttosto intricato - spiega Maganzini-. C'è stata pure una frana e così abbiamo dovuto trovare una via di accesso diversa, ma lì il fiuto di Alessandro è stato ottimo nel trovare la nostra strada. Lui aveva adocchiato il pilastro già qualche anno fa e aveva lasciato un cordino per segnalare le nostre intenzioni. Dalla base non si vedeva oltre il pilastro, che abbiamo salito sfruttando un diedro fessurato sulla sinistra».
La via è stata aperta dal basso, utilizzando fix in acciaio marino 316, ma richiede comunque il posizionamento di protezioni veloci nelle sezioni in fessura. Tutte le soste sono attrezzate per il rientro in corda doppia (alcune calate sono da 60m) ma dalla sommità si può anche scendere a piedi. Per una ripetizione il materiale necessario suggerito è composto da 12 rinvii e una serie completa di friends Totemcams (dal nero all’arancione) + nr. 3BD.
«Abbiamo messo i fix solo dove ci fermavamo sui cliff, la via sfrutta diverse fessure, anche se non sono mancate le sorprese. Da sotto sembrava più facile di quello che abbiamo trovato in alto, sembrava di potere collegare tutto facilmente e invece i tiri finali si sono rivelati difficili. Abbiamo trovato un tiro di 6c+, con andamento in diagonale da sinistra a destra prima e viceversa poi. Sembrava un bel fessurone e invece era chiuso in fondo e in più strapiombante. Più in alto invece c'era una bella fessura da vedere, ma Matteo voleva andare su dritto per dritto per una placca di 6b e devo dire che si è lanciato benissimo».
Al di là della via in sé, vivere l'arrampicata in Sardegna a ottobre è stata un'esperienza di grande valore per Beber e compagni. Maganzini la riassume in questo scritto che riportiamo integralmente a seguire. «Coro Meu corre lá dove Punta Argennas precipita con il salto dal dislivello più alto tra tutti i suoi bastioni, in fronte a sua Maestà Punta Giradili, sopra alla baia dalle acque cristalline racchiusa tra la Guglia di Pedralonga (o Agugliastra) e Punta Calettino, in un contesto di indescrivibile bellezza. Questa via è nata grazie, neanche a dirlo, a una intuizione di Ale, che nel novembre del 2020 aveva lasciato un cordone alla base della prima fessura, come fosse un nodo al fazzoletto per non scordarsi di questa questa affascinante parete, ubicata in uno degli angoli più incantevoli del Mediterraneo. Visti i pochi giorni a disposizione, le lunghe giornate di apertura iniziavano sempre all’aurora ed ogni volta i primi raggi dell’alba ci sorprendevano con i loro colori, fino al crepuscolo ed al ritorno serale-notturno al “campo base” di Pedralonga, illuminato dalla presenza costante della luna dietro al monte di Punta Arrasei. Il riferimento al testo del brano cantato nel 1991 da Bertoli con i Tazenda (“Spunta la luna dal Monte”) ci è arrivato su un piatto d’argento…“Dovunque cada l'alba sulla mia strada, senza catene, vi andremo insieme” e noi eravamo già in cammino! Io posso solo ringraziare il fatto di poter esserci stato, aver potuto condividere fatiche, dubbi e gioie con amici e persone pure prima ed alpinisti di grande caratura poi, aver potuto da loro imparare e migliorare. Ancora: posso ringraziare il fatto di aver potuto assistere, da quel punto privilegiato lassù, appeso in parete, a quegli spettacoli naturali che fanno nascere in me, ogni volta che torno in Continente, quel senso di struggente malinconia e il Mal di Sardegna che mi attira come una calamita ed ogni volta mi riporta a sè …“Coro meu, fonte 'ia, gradessida gai purudeo, potho bier'sa vida”. Nello scegliere il nome per questa via la conclusione è stata questa: “Racchiude un po’ tutto: una dedica e un pensiero per una creatura speciale, un pezzetto del nostro cuore che ormai appartiene alla Sardegna, tre amici riuniti in un cuore solo, che hanno condiviso giornate lunghe ed intense senza mai un malinteso, e per finire il cuore grande delle persone che ci vogliono bene».