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L’obiettivo è chiaro e ambizioso: dotare tutti i rifugi della provincia di defibrillatori DAE (defibrillatori semiautomatici esterni) di ultima generazione. Questi dispositivi non solo possono monitorare da remoto i parametri, ma permettono anche il passaggio dei dati all’Ospedale di Biella in tempo reale, facilitando l’intervento dei sanitari.
Accanto alla distribuzione dei defibrillatori, il progetto punta a una formazione capillare sull’utilizzo degli strumenti, indispensabile per garantire interventi tempestivi ed efficaci in un contesto difficile come quello della montagna.
L’idea nasce da un’esperienza diretta, come ha spiegato Claudio Negro, del Soccorso Alpino di Biella, che ha raccontato: “Dopo un intervento in montagna, mi sono reso conto che avere un DAE avrebbe reso l’operazione molto più semplice ed efficace”. Da qui l’impegno a realizzare un’iniziativa che, come ha sottolineato lo stesso Negro, “vuole avvicinare l’ospedale alla montagna”.
L’importanza del progetto è stata ribadita anche dalla vicepresidente vicaria del Club Alpino Italiano, Laura Colombo, che ha dichiarato: “Si tratta di un’iniziativa unica in Europa. Come medico, mi farò portavoce affinché la Commissione Centrale Medica del CAI valuti un suo ampliamento”.
La rete di collaborazione si è allargata velocemente, coinvolgendo partner fondamentali come la Croce Rossa di Biella, rappresentata da Osvaldo Ansermino, l’Azienda Sanitaria Locale, il CAI Biella con Andrea Formagnana, e la Onlus Amici dell’Ospedale di Biella, il cui presidente Leo Galligani ha commentato nel video di presentazione: “Un progetto che a noi è piaciuto e che piacerà anche a voi”.
Ma il sostegno non si è fermato qui: diverse associazioni locali hanno aderito con entusiasmo, dimostrando la grande sensibilità del territorio verso la sicurezza in montagna. Tra queste: ASD Pietro Micca Biella, Montagna Amica, Guide Alpine Valli Biellesi, Mucrone Local, CASB (Consociazione Amici dei Sentieri del Biellese), La Büfarôla e l’Associazione Nazionale Alpini Biella.
Ora il progetto guarda alla comunità: chi frequenta i sentieri biellesi può contribuire, con il proprio sostegno, a fare la differenza. Perché chi va in montagna non è mai un estraneo: è un amico, un compagno di viaggio, qualcuno a cui il cuore può fermarsi all’improvviso. Attivarsi con il cuore, per proteggere vite e rendere la montagna un luogo più sicuro per tutti.