Un cervo fa capolino sulla cresta del Monte RotondoLa Montagna del Morrone vista dall’autostrada A25 è un’impressionante parete erbosa, boscosa e rocciosa, che si alza di fronte a Pratola Peligna e Sulmona per più di 1500 metri. A Nord Ovest è separata dalla catena del Gran Sasso dalla valle del Fiume Pescara, a Sud-Est si concatena con la mastodontica Montagna della Majella al Passo San Leonardo (1282 m). Alle sue pendici ci sono numerosi eremi che custodiscono la memoria di Pietro Angelerio o Pietro da Morrone che qui visse come frate eremita e che divenne Papa nel 1294 con il nome di Celestino V. L’escursione qui descritta sfrutta sentieri pastorali percorsi da sempre da allevatori-agricoltori del luogo che, per evitare la transumanza dalla montagna al Tavoliere delle Puglie, preferivano fare la monticazione, ossia portavano le loro greggi dal paese alla montagna soprastante in primavera e poi in inverno, ai primi freddi, rientravano nelle stalle. Si passerà accanto alla grotta pastorale “Lu Caularoin” cosi denominata perché la zona circostante veniva utilizzata come cava di rena (sabbia) e attualmente è stata dedicata a San Michele Arcangelo. Stupendo il panorama, una volta raggiunta la cresta, su tutta la piana e i numerosi paesi tra Sulmona e Pratola Peligna, su tutta la cresta delle Montagne del Morrone, sul gruppo Velino-Sirente, sul gruppo del Gran Sasso, sulle montagne del PNALM (Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise), sulla costa del Mare Adriatico.
Accesso
Dall’autostrada A24 Roma-L’Aquila-Teramo e poi A25 direzione Pescara (Strade dei Parchi) si esce al casello di Pratola Peligna-Sulmona e si seguono le indicazioni per Roccacasale. Si parcheggia a monte del Campo di Calcetto (430 m) che si trova al centro del paese, precisamente all’incrocio di Via Sant’Antonio-Via Beato Mariano-Via Cesare Battisti.
Verso il Monte Rotondo © Giuseppe AlbrizioItinerario
Si attraversa il paese in salita verso il Castello De Sanctis che si trova a monte del borgo, facilmente individuabile, si notano le torri medievali. Poco prima di giungere alla fortezza, appena dopo la prima curva a gomito di Via Patrizi, sulla destra c’è l’inizio del sentiero, c’è una croce di ferro e frecce escursionistiche di legno, una delle quali indica il sentiero R3. Imboccata la mulattiera si passa accanto alla grotta pastorale “Lu Caularoin” (520 m), la caverna è dedicata a San Michele Arcangelo (c’è una statua sacra) e si continua a salire, a mezzacosta tra bassa vegetazione (ginestre, ginepri, querce, felci, rovi e altri arbusti sempreverdi e caducifoglie), con una spettacolare veduta su Pratola Peligna e sul Monte Sirente che spunta a ovest. Si passa accanto ad un’edicola sacra (Madonnella di Roccacasale, 635 m) e subito si giunge presso un trivio dove c’è un palo con frecce escursionistiche; si continua ad andare dritti seguendo la freccia che indica il Rifugio il Puzzacchio e l’incrocio R4. Trascurando tutte le diramazioni segnalate da pali con frecce escursionistiche (non riportate sulla mappa edita dal Parco Nazionale della Majella) si prosegue sempre sul sentiero principale R3, si entra in una grande pineta e si giungere all’incrocio con il sentiero R4 (981 m, 1.45 h).
Con una deviazione a destra si può andare a “curiosare” presso il Rifugio Puzzacchio dove si trova un caratteristico pozzo per attingere acqua, largo, profondo e rivestito con pietra locale (965 m, tra a/r 0.25 h). Ritornati all’incrocio si lascia il sentiero R4 per seguire a destra, in ripida salita, una vecchia strada sterrata ormai ridotta a larga mulattiera che attraversa in direzione Nord la pineta. Si compiono quattro tornanti superando il costone Cese di Maio, si oltrepassa la dorsale rocciosa della località Ticchia e Mandrelle e si intercetta il sentiero del Parco R2 (1325 m, 3 h, palo con frecce escursionistiche).
Lungo la cresta tra il Monte Morrone eil Monte Rotondo © Giuseppe AlbrizioSi prende a destra proseguendo nel bosco non più di pini ma di faggio, si segue in diagonale un sentiero evidente e segnato. Dopo un tornante si esce su un valico tra il Colle Affogato a destra e il Colle dei Sambuchi a sinistra, qui passa il sentiero di cresta P del Parco, anche questo evidente e ben segnato (1575 m, 3.30 h). Si svolta a sinistra e si saltella lungo il crinale tra roccette, erba, bosco e radure toccando prima la vetta del Colle dei Sambuchi (1638 m), poi la Montagnola (1649 m) e infine la Croce di vetta del Monte Rotondo (1731 m, 4.45 h). Stupendo il panorama su tutta la piana e i numerosi paesi tra Sulmona e Pratola Peligna, su tutta la cresta delle Montagne del Morrone, sul gruppo Velino-Sirente, sul gruppo del Gran Sasso, sulle montagne del PNALM, sulla costa del Mare Adriatico.
Ritornati alla sella di quota 1575 m (5.35 h), si scende per lo stesso itinerario di salita fino alla località Mandrelle (1325 m, 5.50 h), qui si lascia il sentiero percorso all’andata per continuare a seguire il sentiero R2, anche questo evidente e ben segnato. Si attraversa la faggeta, poi bosco misto (faggeta e pini) e poi una estesa pineta. A una biforcazione (1269 m) si trascura a destra il sentiero S3 e si continua a scendere fino a giungere alla piccola deviazione a sinistra per la Fonte della Rocca e Croce (1100 m, 6.15 h, palo di ferro con bandierina metallica e indicazione). Con una piccola deviazione di cinque minuti (tra a/r) si può andare a “curiosare”, c’è una grande Croce di ferro e un fontanile secco (nascosti dalla fitta pineta).
Ritornati a quota 1100 metri si scende con stretti tornanti lungo un canale detritico e si incrocia una sterrata che si segue a destra, si arriva subito ad un secondo bivio presso la cappella del Beato Mariano da Roccacasale, ci sono segnali escursionistici, tavoli per picnic, un’ottima fontana e arriva una Via Crucis che parte da Roccacasale (800 m, 6.45 h, c’è la Tavola XV e una grossa Croce).
Da qui si segue per un tratto la sterrata per Roccacasale, si attraversa il pianoro in direzione Sud-Ovest, si passa sul prato dove si forma il Laghetto della Rocca (782 m, presente solo dopo piogge o a primavera allo sciogliersi delle nevi), si supera un dosso, si incontra la Tavola XIV, la tavola XIII e si iniziano a tagliare i tornanti. Il sentiero, ripido e breccioso (per alcuni tratti) è un’ottima scorciatoia. Si passa accanto alla Tavola numero IX, ad una fontana e alla Tavola numero I e si è in vista del paese di Roccacasale (le altre Tavole si trovano solo se si percorre tutta la sterrata). Si sale tra i vicoli e si raggiunge il parcheggio dove si è lasciata l’auto (430 m, 8 h).
In vetta al Monte Rotondo © Giuseppe Albrizio