«La questione Cime Bianche è sempre più in primo piano, con posizioni diametralmente opposte che si presentano a volte in forme troppo esacerbate che tengono a distanza la maggior parte dei valdostani».
Questo scrivono il
Cai Valle d'Aosta e l'
Associazione Ripartire dalle Cime Bianche, che intendono condurre un'azione di coinvolgimento dell'intera popolazione. Azione che sarà presentata alla stampa
mercoledì 17 novembre alle 10 ad Aosta, presso la sede della Sezione locale del Club alpino italiano (Grand-Eyvia, 59).
Nel programma l'intervento del Presidente generale del Cai Vincenzo Torti
Interverranno
Piermauro Reboulaz (presidente del Cai Valle d’Aosta),
Marcello Dondeynaz (referente Associazione Ripartire dalle Cime Bianche),
Jean Maresca (operatore turistico ad Ayas),
Marta Capetillo (tour operator in Scandinavia) e
Vincenzo Torti (Presidente generale del Club alpino italiano).
La copertina del pieghevole che sarà presentato ad Aosta
La segnalazione al Ministero della Transizione Ecologica
L'
illegittimità progetto di
collegamento funiviario nel Vallone delle Cime Bianche sono state segnalate lo scorso mese di ottobre al
Ministero della Transizione Ecologica. A firmare la lettera il sopracitato
Marcello Dondeynaz a nome delle associazioni Ripartire dalle Cime Bianche, Club alpino italiano, Cipra Italia, Mountain Wilderness, Wwf, Legambiente Vda, Federazione Pro Natura e Lipu.
Il collegamento funiviario fra i comprensori sciistici del Monterosa Ski e di Cervinia/Zermatt attraverserebbe infatti il vallone, per buona parte ricompreso nell'area
Natura 2000 ZPS/ZSC "Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa" (IT1204220).
Nella lettera si legge:
«La società Monterosa Spa (partecipata regionale al 94,57%) lo scorso mese di maggio - in accordo con la Regione Autonoma Valle d'Aosta - ha affidato un incarico per l'effettuazione di studi preliminari di fattibilità degli impianti, senza neppure dare riscontro alla diffida delle scriventi associazioni a non dare corso a qualsiasi attività di progettazione che riguardi la realizzazione di impianti di risalita e piste da sci in area Natura 2000. Giova evidenziare che tale incarico, prevedendo la realizzazione di un collegamento impiantistico nella zona del Vallone, risulterebbe illegittimo per impossibilità dell’oggetto, prevedendo un collegamento impiantistico in un'area facente parte della rete europea Natura 2000, espressamente vietato dalla legge».
Difendere il patrimonio naturale ed evitare sprechi di fondi pubblici
Le associazioni, conclude la lettera, si rivolgono a questo Ministero
«affinché possa attivarsi a difesa del patrimonio naturale nazionale ed europeo e al fine di evitare un ulteriore dispendio di fondi pubblici».
Clicca qui per leggere la lettera.