Alpi Giulie innevate © CaiDal 19 al 21 giugno scorsi si è svolta a Parigi la 37esima Conferenza dell'AIC (Associazione Internazionale di Climatologia). Il Servizio Valanghe Italiano del Cai ha partecipato presentando i primi risultati del progetto sperimentale “Snow Water Equivalent” con un "Poster" dal titolo: "Campagne experimentale nationale de surveillance de l'équivalent en eau de la neige (SWE): premier résultat".
Lo Snow Water Equivalent, l'equivalente idrico della neve, è un parametro "chiave" in idrometeorologia e si riferisce alla quantità di acqua contenuta in un manto nevoso complesso. Rappresenta la quantità di acqua che teoricamente risulterebbe dalla fusione istantanea dell'intero manto nevoso.
L'equivalente idrico della neve è un parametro di grande valore intrinseco e utile per molti ambiti, come la produzione di innevamento tecnico per le compezioni sporve, la climatologia montana, la gestione delle risorse naturali, l'agricoltura e tutte le attività produttive atte a garantire lo sviluppo sostenibile del territorio.
In particolare, la stima più o meno corretta dell'equivalente idrico è fondamentale per comprendere la disponibilità di acqua in ambienti fisici, dove la fusione della neve contribuisce in modo significativo al flusso dei fiumi e all'approvvigionamento idrico.
Il Servizio Valanghe Italiano, Struttura operativa del Club alpino italiano, ha pianificato e sta realizzando una campagna di monitoraggio sperimentale su larga scala ( Alpi e Appennini), coinvolgendo tutti i suoi partner, e in sinergia con MeteoMont Truppe Alpine.
La campagna di misurazione dell'equivalente idrico della neve prevede l'applicazione di una metodologia sperimentale e rapida, e le misurazioni vengono effettuate nella stessa area con cadenza settimanale.
Nell’ambito della Conferenza sono stati presentati i primi risulta della campagna, con l'analisi dei valori e i confronti tra i dati del manto nevoso rilevati sul campo e i dati satellitari delle osservazioni di Copernicus, dati che valutano con un'accuratezza molto meno accettabile lo SWE e il manto nevoso in modo spazio-temporale.
È stata evidenziata l'affidabilità e, al tempo stesso, la semplicità del metodo utilizzato, di quanto minima possa essere la strumentazione impiegata (sonda, pala, carotatore, dinamometro) per il rilievo sul campo dei dati del manto nevoso.
È stato presentato il lavoro svolto, sono state raccontate le difficoltà incontrate nelle fasi di avvio e la preziosa sinergia con MeteoMont Truppe Alpine, sono stati rappresentati i problemi che si sono presentati nella seconda magra stagione in Appennino.
È stato evidenziato che il progetto è solo al suo secondo anno di vita e sono stati indicati per la stagione rilievi 2024-2025 gli aggiustamenti suggeriti dall'esperienza acquisita.
È infatti noto che per fare valutazioni attendibili è necessario disporre di una serie di dati storica (attività di rilievo decennale), ma bisogna pur incominciare.