Antartide © PixabayUna nuova ricerca condotta dalla Lancaster University e pubblicata su Nature Geoscience ha rivelato che il limite di 1,5 gradi di aumento delle temperature globali rispetto ai livelli preindustriali, stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015, è ormai molto vicino. Secondo lo studio, il riscaldamento indotto dall'uomo ha già raggiunto 1,49 gradi nel 2023, evidenziando un’accelerazione maggiore del previsto.
Il metodo di analisi
La ricerca si basa su un innovativo metodo di studio delle carote di ghiaccio estratte in Antartide, che permettono di ricostruire il clima degli ultimi 2000 anni. Questo approccio ha consentito ai ricercatori di calcolare il riscaldamento globale utilizzando un periodo di riferimento più accurato rispetto al tradizionale intervallo tra il 1850 e il 1900, considerato meno affidabile poiché già influenzato da un aumento iniziale di CO2.
Secondo Carlo Barbante, professore all’Università di Venezia e esperto in ricostruzioni climatiche, i risultati mostrano una relazione lineare tra l’aumento della concentrazione di CO2 antropica e l’innalzamento della temperatura. Questo metodo ha prodotto stime con una certezza superiore del 30% rispetto alle analisi precedenti.
Il nuovo studio ha utilizzato come base di riferimento un arco temporale compreso tra il 13 d.C. e il 1700, quando i livelli di CO2 atmosferica si aggiravano attorno a 280 parti per milione, contro le oltre 420 parti per milione attuali. “Usare un periodo antecedente è più corretto – spiega Barbante – perché tra il 1850 e il 1900 si osservano già alterazioni climatiche dovute alle emissioni di anidride carbonica”.
Un futuro incerto
I risultati evidenziano che il pianeta è a un passo dal superare la soglia critica di 1,5 gradi, il cui raggiungimento potrebbe scatenare effetti imprevedibili e dannosi per gli ecosistemi globali. Inoltre, la ricerca sottolinea come il riscaldamento sia direttamente correlato alle attività umane, lasciando poco spazio a dubbi sulle responsabilità antropiche.