Cirino Di Bella: l'alpinista sordo alla conquista dei Seven Summit

Dall'Etna ai Seven Summit: il sogno dell'alpinista siciliano di scalare l'Everest, dopo aver raggiunto la vetta di molti giganti del mondo.
Cirino Di Bella sulla vetta del Denali

 

Cirino Di Bella è un alpinista che sta sfidando non solo le vette più alte di ogni continente, ma anche alcuni pregiudizi legati alla sordità. Attualmente impegnato nel completamento dei Seven Summits, Cirino ci dimostra che le limitazioni fisiche non sono un ostacolo insormontabile quando la determinazione e la passione per la montagna sono il motore principale. Siamo andati alla scoperta del suo percorso verso il traguardo, delle difficoltà incontrate e delle motivazioni che lo spingono a continuare a scalare.

 

Come hai scoperto la tua passione per la montagna? 

“Io sono un alpinista sordo italiano e la passione per la montagna è nata sin da quanto ero bambino, scalando l’Etna insieme a mio padre. Crescendo, l’amore per la natura e la curiosità verso il mondo sono aumentate sempre più e, infatti, nel 2012, dopo varie vicissitudini, ho deciso di partire per esplorare il mondo: ad oggi posso dire di aver visitato ben 66 paesi.Nel corso degli anni ho studiato, mi sono formato facendo corsi di alpinismo, del CAI e sulla sicurezza; ho scalato quasi tutte le vette delle Dolomiti e l’Himalaya, che ha avuto un forte impatto nella mia vita e ha reso il mio sogno ancora più vivido.”

Hai un curriculum di tutto rispetto riguardo le spedizioni in alta quota: qual è stata la vetta che ti ha colpito più di tutte? Quale la più complicata tecnicamente secondo il tuo punto di vista?

"Il mio sogno è quello di raggiungere le sette vette più alte del mondo e ne ho già raggiunte cinque. Tra queste, il Monte Denali è quello che mi ha colpito di più perché ho dovuto portare io tutto ciò che mi serviva (abbigliamento, cibo, attrezzatura), erano richiesti molto impegno e tecnica per la dura scalata che mi attendeva. In questa avventura non ero solo, c’era anche un altro compagno canadese, ma non avevamo la guida e non siamo partiti con una spedizione di gruppo. Noi due ci siamo presi questa responsabilità e abbiamo deciso di affrontare questo viaggio.
Secondo il mio punto vista, la vetta più complicata tecnicamente è sempre il Monte Denali perché avevamo la necessità di avere tutte le attrezzature necessarie nello zaino in spalla, stare attenti durante la camminata e guardare attentamente il percorso da fare, porre attenzione ai possibili crepacci perché c’era il rischio di cadere; inoltre, bisognava tenere conto della forte pendenza verticale presente in alcuni punti del monte. Serviva il massimo impegno per raggiungere l’obiettivo."

Cirino Di Bella sulla vetta dell'Elbrus

Quali sono le strategie che utilizzi per comunicare e coordinarti con il tuo team di spedizione? 

“Per comunicare al meglio con i compagni e con il team di spedizione, avviso tutti che io sono una persona sorda e do loro alcune informazioni importanti, tra le quali quelle riguardanti la comunicazione, che può avvenire tramite scrittura, insegno poi loro alcuni segni base della Lingua dei Segni Italiana (LIS) e ci accordiamo prima di partire per dei segnali da ricordare, soprattutto legati alla sicurezza, da utilizzare in caso di necessità. Per ogni vetta che ho scalato, prima di partire mi sono sempre presentato, dicendo il mio nome e spiegando che sono una persona sorda; ho sempre studiato tantissimo, raccolto informazioni complete su tutto, anche sul meteo, per una maggiore sicurezza.L’elemento fondamentale per raggiungere la vetta è la collaborazione tra tutti i membri della squadra.”

 

Cosa hai provato quando sei arrivato, da solo, in cima al Denali?

"Io e il mio compagno abbiamo iniziato la scalata, abbiamo raggiunto i Camp 1, 2, 3 e 4 e abbiamo notato che  c’era nebbia e il meteo cambiava molto velocemente, ma soprattutto che le temperature erano veramente basse, faceva freddissimo. Il percorso è stato molto duro, ma l’ho affrontato. Io, il mio compagno e altre due persone, siamo partiti dal Camp 5 per raggiungere la vetta, tramite un percorso verticale, chiamato autobahn. Poco dopo una persona non si è sentita bene ed è tornata indietro. Gli altri due compagni di scalata volevano camminare più velocemente, ma io non ero d’accordo, abbiamo discusso su questo e alla fine loro hanno deciso di continuare e lasciarmi da solo; la gestione tra noi non è stata positiva, ma anche loro sono arrivati in vetta. L’essere stato lasciato solo mi ha deluso molto, ma io avevo chiaro il mio sogno e sono una persona che non si arrende mai, che si impegna e affronta qualsiasi situazione. Inoltre, avevo già l’esperienza di altre spedizioni e avevo visto la tecnica corretta utilizzata in quei casi. Loro due, ragazzi, la pensavano diversamente. Quindi, ho iniziato a camminare lungo il percorso, è stato molto faticoso, ma ho lottato. Nel momento in cui la vetta era vicina, mi è stato fatto un bellissimo regalo, che è impossibile da dimenticare, perché il meteo è migliorato, il cielo era limpido, blu; io so che la vetta del Denali non è facile da raggiungere, è un percorso complesso e duro, ma l’emozione che si prova quando si arriva in vetta è potentissima perché, in quella situazione, ero proprio da solo. Io, da solo, ce l’avevo fatta! Le emozioni che ho provato non si possono spiegare, sono state fortissime, ho pianto dalla gioia, non le scorderò mai. Il ritorno è stato molto rischioso, il terreno era molto scivoloso; all’improvviso le condizioni climatiche sono cambiate, è scesa una fitta nebbia e il vento era fortissimo, era in corso una vera e propria bufera, ma sono riuscito lo stesso ad arrivare al Camp 5. Da lì poi sono tornato al punto di partenza e, guardandomi indietro, ripensando alle difficoltà, l’emozione che ho provato è stata molto intensa, ero riuscito a raggiungere il mio obiettivo ed era una sensazione impagabile."

Cirino Di Bella sulla vetta del Kilimangiaro

La tua storia è sicuramente d'ispirazione per altre persone sorde, qual è il tuo messaggio per loro?

“Il mio obiettivo, la mia passione, come sapete, è scalare l’Everest. Finora ho scalato cinque tra le vette più alte del mondo. La diffusione delle mie imprese è arrivata a tutti grazie, soprattutto, alla mia famiglia, che mi ha sempre supportato e grazie alla comunità sorda italiana, europea e del mondo, ma non solo, anche agli udenti mi hanno supportato. Per questo enorme supporto, io devo ringraziare tutti. Il mio sogno è ben chiaro, quello di raggiungere le Seven Summit, e non mi arrenderò mai. Voglio dire grazie, soprattutto, a tutti voi per il continuo sostegno, agli sponsor, grazie alla mia famiglia, agli amici, alla comunità sorda e udente, grazie perché questo mi rende più forte.”

Che messaggio vorresti dare a chi potrebbe pensare che una disabilità possa rappresentare un limite ai propri sogni?

"Che la sordità non è un limite e, se io voglio raggiungere il mio sogno, posso superare gli ostacoli e dimostrare che io, sordo, posso raggiungere i miei obiettivi, così come anche persone con altre disabilità possono raggiungere i loro. Nel momento in cui sorgono delle difficoltà, si cerca di trovare una soluzione, tramite la collaborazione, si cerca la migliore opzione, si cambia strategia. Ognuno ha un sogno che può riuscire a raggiungere, senza farsi fermare da limiti imposti dagli altri."