Cinema e montagna. GIV Montagna di luce

Film realizzato al seguito della spedizione organizzata dal Club Alpino Italiano, nel 1958, al Gasherbrum IV, 7.925 metri. La spedizione era composta da Riccardo Cassin (capo spedizione) e da Walter Bonatti, Carlo Mauri, Fosco Maraini, Giuseppe de Francesch, Toni Gobbi, Giuseppe Oberto, Donato Zeni (medico). Walter Bonatti e Carlo Mauri raggiunsero la vetta il 6 agosto 1958. Le difficoltà alpinistiche di questa montagna, secondo Reinhold Messner, sono pari a quelle del K2, se non superiori. Il film è strutturato in due parti: la prima, girata nel 2002 a Firenze, è una intervista a Fosco Maraini che racconta i momenti principali della spedizione, dalla genesi (le difficoltà nate per la richiesta dei permessi di salita e la richiesta del Club Alpino Italiano di un suo intervento presso le autorità pakistane) alle fasi più salienti della stessa. Un’intervista di circa 17 minuti, realizzata da Bruno Delisi e Luigi Cammarota, costruita con l’ausilio di un cospicuo numero di fotografie d’epoca, ben inserite nel contesto del racconto di Maraini. Una narrazione avvincente, notevolmente incentrata sull’aspetto etnologico di quelle terre e non solo sulla parte alpinistica della spedizione, che introduce in maniera coinvolgente lo spettatore al film vero e proprio. 

Il film sollevò, all’epoca, infinite polemiche nel mondo alpinistico per la presenza, per la prima volta in assoluto, di uno “sponsor” (la Snia Viscosa) che garantì la copertura di una parte delle spese necessarie alla realizzazione della spedizione grazie alla fornitura di abbigliamento in generale e d’alta quota, corde e altri materiali tecnici. Il film si apre dando spazio allo sponsor con immagini girate nello stabilimento filati della Snia. 

Lo stabilimento Snia Viscosa © copyright Film Festival Trento

Il film è interessante dal punto di vista storico in quanto evidenzia le modalità organizzative e gestionali di una spedizione alpinistica himalayana di quei tempi. Le immagini, le inquadrature si soffermano sottolineando una analisi approfondita dei portatori Baltì: particolari dei visi, il modo di superare le difficoltà del territorio con carichi importanti, i momenti di preghiera, l’abbigliamento sommario, il riposo notturno all’aperto a cinquemila metri. La fotografia è pulita e mai stucchevole, gli ambienti sono disegnati con sapienza e gusto evidenziando in maniera corretta il rapporto uomo/montagna. 

Walter Bonatti con i portatori Baltì © copyright Film Festival Trento

Immagini straordinariamente nitide e dettagliate, risultato di una eccellente fotografia e di una cura quasi maniacale del particolare (da sottolineare che la fotografia fu curata da Carlo Mauri e Fosco Maraini). Il commento, e conseguentemente la voce fuori campo, risentono fortemente della tipologia di linguaggio e termini impregnati di “eroismo” tipici dell’epoca. Parole come “lottare”, “attacco”, “sfida”, “indomiti”, “martirio”, “sforzi disumani” … e altri ancora costituiscono il fil rouge del commento, oggi totalmente inusuale ma che connota fortemente l’epopea degli “ottomila” negli anni Cinquanta.

G IV Montagna di luce 
Regia Renato Cepparo

Fotografia Carlo Mauri e Fosco Maraini (Italia – 1961) 

60 minuti (17 minuti prima parte: intervista a Fosco Maraini; 43 minuti la seconda parte: il film)

Per informazioni sul prestito del film: cineteca@cai.it

GIV 1958 Campo 2 © copyright Film Festival Trento