Croce di vetta sulla Cima Ovest © Roberto CiriLe Cime d'Auta si ergono come due isolate piramidi gemelle all’estremità occidentale della lunga catena montuosa a cui, insieme al Monte Alto o “Auta”, danno il nome, accompagnate dalla più bassa Punta di Barbacin. Sul versante sud precipitano con verticali pareti rocciose, mentre sul versante est presentano pendii di rocce e ghiaie di facile salita. Sono cime poste in uno splendido ambiente appartato e poco frequentate, per gli amanti dei sentieri fuori mano, in cui è facile incontrare stambecchi e camosci. La salita della Cima Ovest richiede il superamento della Ferrata Paolin Piccolin fino alla Forcella di Medil, con percorso abbastanza impegnativo che richiede atleticità, tecnica di arrampicata e assenza di vertigini nella parte iniziale. Per la salita alla cima è necessario piede fermo su terreno friabile e a tratti ripido, facendo attenzione a non smuovere sassi e all'orientamento in caso di nuvole.
Itinerario
Dal parcheggio alla fine della strada che attraversa la località Colmean seguire il sentiero 689 (cartelli) per la Baita Cacciatori, lungo una stradina sterrata e per tratti di sentiero nel bosco con segnavia bianco-rosso sugli alberi. Presso un bivio su una curva verso destra proseguire a sinistra (cartelli), risalendo più ripidamente fino ai pressi del gabbiotto di una teleferica oltre il quale c'è un cartello per la Baita Cacciatori. Seguire le indicazioni del cartello e la traccia che sale dritta per il bosco fino ad un bivio con altri cartelli. Seguire la traccia che risale a sinistra (indicazione per Forca Rossa) e, ad un altro cartello che indica la Baita Cacciatori a sinistra, seguire la traccia verso destra che con qualche altra ripida svolta per il bosco porta al Bivacco Baita Papa Giovanni Paolo I, in bellissima posizione su un praticello ai margini del bosco (1865 m, 1.15 h).
Dai cartelli poco sotto il bivacco seguire le indicazioni per la via normale alla Cima d'Auta Est e, giunti alla vicina fonte, non proseguire dritti sul sentiero, ma seguire la traccia che risale fra gli abeti a sinistra di essa (segni bianchi-rossi sui tronchi). Si risale prima per bosco, poi per pendii ai margini dello stesso e quindi a svolte per un ghiaione che più in alto si traversa verso destra, fino ad incrociare il sentiero 696 che a sinistra porta alla via Ferrata Paolin Piccolin (cartelli).
Dai cartelli per la Ferrata Paolin Piccolin seguire il sentiero a sinistra, risalendo fin sotto una parete, poi ancora a sinistra per ghiaie e traccia con qualche ometto, risalendo un dosso fin sotto altre pareti. Traversare verso sinistra sotto le pareti e risalire fino all'inizio di un ghiaione alla base del canalone che scende dalla Forc. di Medil. Qui si trova l'attacco della via ferrata, segnato da una tabella di ferro. Si risale un salto roccioso quasi verticale per una scaletta di ferro, seguita da staffe lungo un canale camino da cui si esce a destra con passaggio atletico ed esposto; si sale quindi per un'altra scaletta e si entra nel canalone su terreno più facile attrezzato con cavo metallico. Si attraversa una spaccatura e si prosegue per il canalone, con un passaggio impegnativo per una paretina di 8 m e un camino di 7 m con cavo metallico, se ne esce a destra proseguendo per il canalone e un successivo sperone roccioso attrezzato che, a tratti un po' aereo, porta alla Forcella di Medil.
Dalla forcella seguire la traccia a sinistra per ghiaie, risalendo poi per larga cornice rocciosa verso sinistra ad un ometto. Salire un ampio canale sul lato sinistro per roccette e ghiaie, seguendo bolli rossi sbiaditi e ometti, portandosi sul bordo del crestone est, risalirlo e nella parte alta traversare verso destra (ometti) su pendio roccioso con ghiaie ed erba fino alla cresta nord est (ometto in cresta). Seguendo la larga cresta verso sinistra in breve si giunge alla croce di vetta della Cima d'Auta Occidentale (2604 m, 3.40 h).
Discesa come per la salita fino alla Forcella di Medil. Si scende una ripida paretina attrezzata che deposita in una strettissima forcella, da dove si sale nuovamente per alcuni metri su una breve ma esposta crestina (cavo), per poi affrontare un più facile traverso attrezzato. Numerosi piccoli tornanti su terreno detritico (prestare attenzione in presenza di neve o di terreno bagnato), precede tre settori attrezzati, intervallati da altrettanti porzioni di sentiero. I cavi mettono in sicurezza roccette e placche dove occorre procedere con attenzione soprattutto per evitare di smuovere sassi e detriti. Raggiunta una prima forcella si affronta un breve spostamento su sentiero fino ad una seconda sella. Ignorando la traccia che prosegue diritta verso la Forcella de Lech dei Giai, si piega decisamente a destra, imboccando il sentiero che scende ripido costeggiando le pareti rocciose della cresta est della Cima d’Auta. Il primo tratto di discesa sarebbe interamente attrezzato, ma i cavi d’acciaio sono quasi tutti non tirati e i fittoni staccati dal loro infisso. Una ripida traccia consente comunque di evitare le corde fisse, scendendo pochi metri a sinistra di esse e raggiungendo così invece li ultimi cavi d’acciaio, che si presentano in migliori condizioni e permettono di appoggiarsi per alcuni metri alle pareti rocciose, prima di raggiungere ripidi pendii di erba e ghiaia. Si perde quindi quota a mezza costa, allontanandosi progressivamente dalle pareti della montagna, su una traccia a tratti ripida ed esile ma mai esposta, fino a raggiungere nuovamente il bivio tra il sentiero di avvicinamento alla ferrata e quello della via normale (5 h), già incontrato durante la salita. Da qui si fa ritorno al punto di partenza seguendo a ritroso il cammino d’andata (6.40 h).
Cima dell'Auta Est © Roberto Ciri