Cime Bianche, il Cai Valle d'Aosta: "Sia reso pubblico il parere dell’Avvocatura"

A seguito della diffusione di alcuni estratti del parere dell’Avvocatura, Cai Valle d'Aosta e il Comitato Ripartite dalle Cime Bianche chiedono che tale documento sia loro trasmesso e sia reso pubblico; questo in conformità al principio di trasparenza
Durante l’ultima audizione nelle Commissioni consiliari III a e IV a , riunite insieme per esaminare la petizione popolare per la salvaguardia del Vallone delle Cime Bianche promossa dal Club alpino italiano e dal comitato ripartire dalle Cime bianche, il Presidente della Regione Erik Lavévaz ha illustrato ai Commissari la posizione dell’Avvocatura regionale sul pianodi realizzazione di un collegamento funiviario che attraverserebbe il vallone, «può essere realizzato per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale ed economica, anche con conclusioni negative della valutazione di incidenza sul sito e in mancanza di soluzioni alternative possibili».

Trasparenza e rispetto delle norme

In particolare, notano il presidente del gruppo regionale, Piermauro Reboulaz e Marcello Dondeynaz, componente della commissione interregionale Tutela Ambiente Montano LPV , che si tratta di un parere fornito poco meno di due anni fa, nell’aprile 2021, a seguito della richiesta di chiarimenti sugli aspetti normativi avanzata dalle maggiori associazioni ambientaliste, depositata in data 5 dicembre 2020. Il CAI Valle d’Aosta e l’Associazione Ripartire dalle Cime Bianche ritengono «del tutto irrispettoso in una normale dialettica democratica che, ad oltre due anni dalla richiesta di chiarimenti avanzata da parte loro sugli aspetti normativi, non sia mai stato dato un cenno di riscontro, neppure interlocutorio». A maggior ragione, a seguito della diffusione di alcuni estratti del parere dell’Avvocatura, richiedono nuovamente, dopo il diniego dell’agosto 2021, che tale documento sia loro trasmesso e sia reso pubblico; questo in conformità al principio di trasparenza più volte citato dal Vicepresidente della Regione in riferimento alla procedura di valutazione della fattibilità del collegamento funiviario di Cime Bianche. Infine, ribadiscono come sia del tutto irresponsabile continuare ad alimentare attese di vario genere in relazione ad ipotetici impianti nel Vallone delle Cime Bianche, senza che si annulli il divieto di realizzare impianti di risalita e piste da sci nella zona di protezione speciale Natura 2000, divieto imposto dalla vigente normativa di tutela.