Verso la Cima di Vallevona © Giuseppe AlbrizioLa Cima di Vallevona (1818 m) è la montagna più alta dei Monti Carseolani, un sottogruppo montuoso dell’Appennino abruzzese situato a cavallo tra Abruzzo e Lazio. Si parte dal Santuario di Santa Maria dei Bisognosi (1043 m) chiamato anche Santuario della Madonna del Monte che fa parte del comune di Pereto (L’Aquila). Secondo la tradizione il Santuario è stato eretto nel luogo dove una statua lignea della Madonna, molto venerata a Siviglia (Spagna), per essere salvata dalle distruzioni dei saraceni, fu trasportata in Italia dai profughi spagnoli, risalendo il mare Adriatico fino a Francavilla a Mare e da li caricata su una mula diretta nelle aree interne dell’Abruzzo. La mula stremata mori sul Monte Serrasecca (di cui la Cima di Vallevona fa parte) e i fuggitivi capirono che quello era il posto prescelto dalla Madonna per la sua nuova dimora. La prima chiesetta edificata sul posto fu chiamata Madonna del Monte. Bellissima escursione, con un lungo percorso di cresta panoramica sui più grandi gruppi montuosi dell’Appennino: Terminillo, Sibillini, Laga, Gran Sasso, Velino-Sirente, Maiella, Viglio e numerosi altri monti circostanti. In lontananza, se non c’è foschia, si nota il riflesso del sole sul Mar Tirreno. Con una piccola deviazione al ritorno si può andare a “curiosare” presso il Rifugio La Fossa (1415 m, sempre aperto con fornelli e camino, utile per le emergenze) e la Croce “Pamela” (1410 m). Il tratto che va dal Santuario al Prato dei Frati (da dove si nota la grande Croce “Pamela”) è ben segnato e comunque è rettilineo e logico. Più avanti la via incomincia a serpeggiare, entrando e uscendo molte volte dal bosco e i segnali bianchi-rossi si fanno meno evidenti, questa parte del sentiero richiede un po’ di attenzione.
Accesso
Dall’autostrada A24 Roma-L’Aquila si esce al casello di Carsoli-Oricola e si prosegue in direzione di Oricola e poi Rocca di Botte. Prima di arrivare a quest’ultimo paese ad un bivio si va a sinistra seguendo le indicazioni (cartello turistico) per Madonna dei Bisognosi. Si parcheggia l’auto su uno spiazzo a sinistra prima di entrare nel cortile del Santuario.
Itinerario
Parcheggiata l’auto si passa accanto al portone d’ingresso della chiesa (che si ha a sinistra) e subito dopo si sale a sinistra costeggiando una fontanella (senz’acqua); di fronte, su un muretto, c’è l’inizio del sentiero segnato che bisogna percorrere. Superata una sbarra si passa a fianco ad un impianto di telecomunicazione con a lato una grossa croce. Si sale a mezza costa nel bosco, da alcune radure ottima è la vista sui paesi di Pereto, Carsoli, Monte Cervia, Monte Navegna, Monte Terminillo e Monte Fontecellese.
Raggiunto il crinale, libero dal bosco, si ha un buon panorama sui paesi Rocca di Botte e Camerata. Superata una lingua di faggeta si attraversa il Prato dei Frati dove in primavera ci sono delle belle fioriture gialle di Viola di Eugenia, sulla destra (Sud-Est) si nota un’enorme croce (quota 1410 m) che si trova fuori dalla via che stiamo percorrendo, più a sinistra c’è il Rifugio La Fossa (1415 m), non visibile perchè nascosto da una lingua di bosco, con una piccola deviazione possiamo andare subito a curiosare oppure al ritorno, dopo aver raggiunto la nostra meta.
Scesi ad una sella si sale un ripido pendio e si continua a seguire la cresta costeggiando il bosco che si trova nel versante Nord. Qui tra una radura e l’altra i segni del sentiero non sono molto evidenti, il crinale oltretutto non segue un filo logico rettilineo ma è serpeggiante. Bisogna fare attenzione a non perdere la via, soprattutto in discesa al ritorno, nella macchia si rischia di ritrovarsi su un costone secondario completamente fuori rotta.
Superato un altro tratto di faggeta si costeggia il Prato Vito dove, giù in basso, c’è un piccolo laghetto artificiale con un fontanile (acqua non potabile), ci si accontenta di osservarli dall’alto. Ancora bosco e radure fino a raggiungere il Monte la Torretta dove si trova una piccola impalcatura di ferro quadrata con al centro un punto trigonometrico triangolare di ferro alto più di un metro (1793 m, 3 h).
Si prosegue sulla lunga cresta libera da vegetazione (con ottimo panorama sul Monte Midia, Gruppo Velino-Sirente, Gran Sasso, Majella e Monte Autore) fino a raggiungere la Cima di Vallevona, quota 1818 m, caratterizzata da un semplice ometto di pietre (1818 m, 3.30 ore).
Discesa
Al ritorno si segue la stessa via (2.30 ore). I tempi non cambiano se si fa la deviazione per il Rifugio e la Croce.
Santa Maria dei Bisognosi © Giuseppe Albrizio