Cima Busazza: Emanuele Andreozzi e Stefano Falezza aprono "State of Trance"

L'alpinista trentino è un assiduo frequentatore della montagna, su cui ha tracciato diversi itinerari. La nuova linea sulla nord ha difficoltà in libera ipotizzabili nell'ordine di M7+/M8
La linea di State of trance © E. Andreozzi

Emanuele Andreozzi è un grande frequentatore di Cima Busazza e questo inverno ha messo a segno davvero una bella realizzazione. Il 5 febbraio ha aperto un itinerario di 380 metri, difficoltà ipotizzabili in libera fino a M7+/M8. Emanuele ha chiamato la via State of trance, nome imputabile non solo al fatto che la scalata lo ha impegnato assai, ma che lo ha anche totalmente assorbito in fase di tracciatura.


Andreozzi ha salito la linea con Stefano Falezza e riferisce di non avere trovato materiale lungo lo sviluppo della via. Tornato a valle, ha comunque cercato informazioni su cordate che avrebbero potuto precederlo, risalendo a una foto della parete scattata da Andrea Mutti. L'alpinista bresciano - da noi contattato- effettivamente ricorda di avere salito diversi anni fa una linea piuttosto simile, ma con gradi inferiori (circa M5), risultato a suo giudizio di condizioni differenti di innevamento e di un tracciato probabilmente dislocato su una porzione diversa della parete stessa.
Andreozzi e Falezza non sono riusciti a liberare i tiri in apertura e non sono interessati a tornare per provarci, ma sono assolutamente onorati al pensiero che qualcuno possa cimentarsi in questa sfida in futuro. 

A seguire parte del report di Andreozzi, che ben descrive l'impegno profuso e la soddisfazione per essere riusciti a salire questa linea su una montagna davvero tanto amata. "Scalando in simultanea, abbiamo attaccato la goulotte della via Tra cuore e pensiero [Martin Giovanazzi e Davide Miori, 2021], per poi deviare verso la base della bastionata rocciosa. Lì abbiamo scalato tre impegnativi tiri su nudo granito verticale, seguendo una logica serie di fessure, per poi proseguire verso la vetta su terreno nuovamente più agevole. L’arrampicata è stata entusiasmante, ripide fessure a tratti perfino strapiombanti, con ottimi ganci per le picche ma in compenso il granito spesso era totalmente liscio per i ramponi. Su tutti e tre tiri difficili ho fatto alcuni resting, appendendomi sulle protezioni, un po’ per fare pulizia da neve e sassi instabili dentro la fessura e onestamente anche un po’ per riposare dalla dura scalata. Non ho mai fatto dei veri e propri passaggi in artificiale, perché non mi sono mai tirato direttamente da una protezione all’altra, ma ho sempre scalato tutti i passaggi tra i vari rest".

Durante l'apertura di State of trance, quarto tiro © E. Andreozzi
Secondo tiro, M7+ e A0 © E. Andreozzi

Sulla via è rimasto un chiodo alla sosta dopo il primo tiro duro, mentre sul terzo i due alpinisti non sono riusciti a recuperare due nut e un friend. Andreozzi invita perciò chi si volesse impegnare sulla via, a tentare di completare il recupero del materiale, nel rispetto dell'etica adottata, volta a lasciare la parete il più possibile pulita.