Cinque donne indigene boliviane, come gesto di liberazione e di emancipazione, affrontano una spedizione unica nel suo genere: quella di scalare l’Aconcagua (6.962 metri), la montagna più alta d'America. L’immagine è sorprendente: scalano indossando le loro gonne tradizionali. Sono più che alpiniste, sono donne coraggiose che trovano nella montagna uno spazio per sentirsi libere, felici e vive. La loro avventura mostrerà al mondo un modo entusiasmante di essere donna, di vivere la tradizione e rapportarsi con Madre Natura. Il film Cholitas apre con alcune domande semplici che contengono una verità forse banale ma che bene esprime il pensiero di queste donne coraggiose e determinate a ribaltare una storia e una tradizione di sottomissione e dipendenza: “Perché non possiamo andare anche noi in montagna?”, “Perché non possiamo arrampicare?”. Nonché frase forse più bella è prologo all’avventura: “Adoro la montagna. Lassù ti sembra di volare sulle nuvole”. Dora, Cecilia, Liita, Lidia e Elena sono mogli e compagne di guide alpine con una loro attività autonoma: cuoca, insegnante, custode, casalinga, portatrice. È evidente il rapporto di complicità e tenerezza con i loro compagni che le seguono nella preparazione, danno consigli sul come affrontare disagi e pericoli legati alla scalata e le aiutano a scegliere i materiali tecnici più appropriati.
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Appena salite sul pulmino che le trasporta verso l’aeroporto, l’agitazione per la partenza si trasforma in gioia. E l’autista le incoraggia così “Siete la voce del nostro popolo: la voce delle donne native che sono state sempre in silenzio. Le rappresentate tutte.” La sequenza cinematografica del trekking di avvicinamento al campo base, superando gli stereotipi di genere, riesce a carpire e a trasmettere emozioni e pensieri delle donne. La macchina da presa indugia sui loro volti, li accarezza. Musica e suono sono mixati correttamente e con precisione. La guida Paula è felicemente sorpresa dalla loro capacità di resistenza. “Le donne sono molto resistenti quando nell’affrontare la fatica e il dolore” e Lidia aggiunge: “La tartaruga è lenta ma arriva sana e salva”. Anche le riprese con il drone dall’alto seguono Dora, Cecilia, Liita, Lidia e Elena che attraversano campi innevati con un passo preciso e cadenzato, quasi danza ritmata. E la visione che arriva allo spettatore è quella di cinque grandi ombrelli colorati volteggianti. Parole, suoni, immagini, colore si completano nella giusta maniera come in un puzzle. Una storia vera, commovente e al contempo solare e gioiosa di chi ha deciso, in una comunità povera ma di grande dignità, di infrangere una visione dell’alpinismo legata al genere a senso unico. Partenza all’alba per la vetta dell’Aconcagua. Dopo qualche ora Liita e Dora sono costrette a fermarsi, non ce la fanno a proseguire, ma non si danno per vinte e in futuro ci riproveranno. Dopo poco anche Cecilia è costretta a rinunciare: “Sono contenta non ho fallito. Questa esperienza adesso è dentro di me per sempre.” Lidia e Dora arrivano in vetta e il loro abbraccio liberatorio con qualche lacrima è la vittoria di loro tutte. “La montagna ti accoglie o ti rifiuta. Grazie Madre Terra!”. Potrebbe sembrare un film d’alpinismo come tanti altri con chi arriva in vetta e chi rinuncia, ma non è così. Va guardato non con gli occhi della mente ma con quelli del cuore.
Un fotogramma del film "Cholitas" © copyright Film Festival TrentoCHOLITAS
Spagna 2019, 80 minuti
Regia: Pablo Iraburu e Jaime Murciego
Sceneggiatura: Pablo Iraburu e Jaime Murciego
Fotografia: Jaime Murciego
Montaggio: Pablo Iraburu, Migueltxo Molina, Jaime Murciego
Musica: Mikel Salas
Interpreti: Dora Magueno, Cecilia Llusco, Ana Lia Gonzales (Liita), Lidia Huayllas e Elena Quispe
Disponibile sulla piattaforma In Quota www.inquota.tv fino al 25 dicembre 2024