Il Cervino avvolto dalle nubi © Federico RossettiSalita mitica, la Gran Becca, è sogno e soddisfazione per l’alpinista. La Cresta del Leone, la via normale italiana, è un itinerario ricco di fascino e storia, da affrontare preparati e motivati per godere appieno ogni attimo, ogni passaggio, ogni momento lassù quando lo sguardo scorre spesso sulla vicina Cervia ma dove i rumori del quotidiano non sono altro che echi di un mondo in quel momento lontanissimo. Dimenticate le difficoltà tecniche, programmate ma non prenotate per affrontare la montagna solo col bel tempo e nelle condizioni migliori, solitamente nel cuore o fine dell’estate quando la via è più secca, ma non dopo il cattivo tempo, quando la parte finale si disegna di neve e ghiaccio e ogni passaggio diventa più complicato.
La rocciosa linea della Cresta del Leone e la Capanna Carrel © Federico RossettiDa Cervinia si sale al Rifugio Oriondè seguendo la comoda strada sterrata con molti tornanti. Dal rifugio si segue il sentiero che sale, traccia molto evidente fino alla Croce Carrel, proseguendo poi seguendo gli ometti e i segni di passaggio. Superato un tratto più impegnativo, agevolato da una corda fissa, si continua a salire verso destra (nevai a inizio stagione) fino a portarsi sotto la rotta parete sommitale della Testa del Leone. Traversare a destra con qualche saliscendi (spit) e per terreno delicato raggiungere il Colle del Leone (3579 m). La prima parte della Cresta del Leone è facile, poi superate le Placche Seiler (corde) si procede più ripidamente fino alla ripida paretina della Cheminée. La si scala con passaggi faticosi (corda) e si raggiunge la Capanna Carrel (3830 m, 8 h). Dopo il bivacco, la prima difficoltà è la Corda della Sveglia. Si continua poi lungamente, attenzione a rimanere sulla via corretta al buio, superando alcune corde più semplici e tratti più ripidi ritornando nei pressi della cresta oltre la Grande Tour. Si rimane poi sempre sul lato italiano traversando per buona roccia (spit) sotto la cresta fino al Linceul (neve) dove si sale verso la Grande Corde che riporta in cresta. La si segue (neve a inizio stagione) fino alla cima del Pic Tyndall. In piano e con una spaccata (Enjambée) si raggiunge la base del tratto finale che può presentarsi più ostico in presenza di neve/ghiaccio. Si sale per rocce fino al Colle Fèlicité, e proseguendo per una serie di corde fisse fino alla Scala Jordan che si sale con passaggi esposti. Si continua per corde fisse più semplici raggiungendo infine la croce di vetta del Cervino (4478 m, 5.30 h dalla Capanna Carrel). La discesa avviene lungo la via di salita, attrezzando alcune doppie nei tratti più ripidi.
Salendo sul Pic Tyndall © Federico Rossetti