Davanti all'insegna della Casa de la montañaNel cuore dell’altopiano andino boliviano e della cultura Aymara, tra la città di La Paz, la Cordillera Real e il Lago Titicaca, vive la comunità di Peñas. Questa zona rurale dell’altopiano si sviluppa intorno ai 4000 metri sul livello del mare e si distingue per alti livelli di povertà e di grandi disuguaglianze. Nonostante le potenzialità turistiche di questi luoghi, la bellezza dei paesaggi, la vastità e biodiversità della natura, la storia millenaria e le notevoli attrattività culturali, le dure condizioni di vita portano molti giovani a cercare lavoro e fortuna, migrando verso la vicina città di La Paz e, più spesso, in altri Paesi del Sud America. Il sacerdote missionario Padre Topio (Antonio Zavatarelli) vive da più di 15 anni nella Parrocchia di Peñas, lavorando ogni giorno per lo sviluppo sociale, educativo, sanitario, economico e pastorale di questa comunità campesina, coadiuvato anche da giovani missionari laici come Daniele Assolari, originario di Tribulina di Scanzorosciate.
L'alpinismo come strumento di emancipazione sociale
La profonda passione per la montagna e l’autentica vocazione pastorale di Padre Topio, alimentate anche dalle straordinarie vette, i grandi orizzonti e le meraviglie della Cordillera Real, hanno promosso una visione nuova di alpinismo e andinismo come strumento di emancipazione sociale per le giovani e i giovani di Peñas, affiancando, giorno dopo giorno, le concrete opere di altruismo e le iniziative di carità per le famiglie campesine della comunità.
Nel 2017, nella Parroquia Virgen de la Natividad, viene attivato il Corso Tecnico Universitario di Turismo Sostenibile con Menzione in Avventura, una proposta di formazione umana integrale e professionale per i giovani, completamente gratuita grazie all’Università Cattolica Boliviana, per poi dare anche la possibilità di intraprendere il percorso di Guide di Alta Montagna e Trekking della UIAGM. Nel corso di vari incontri con Padre Topio, a Peñas e al Palamonti di Bergamo, nasce l’idea di avviare un progetto per la realizzazione di una ‘Casa de la montaña’, in pratica un centro polivalente di formazione accademica e professionale per i giovani di Peñas, nonché un luogo di aggregazione giovanile per altre attività formative e sportive.
Il 3 febbraio 2023, dal palco del Teatro Sociale di Bergamo, durante il concerto del Coro della SAT (Società degli Alpinisti Tridentini) per l’inaugurazione dei festeggiamenti per il 150° di fondazione della Sezione CAI di Bergamo, viene lanciata una campagna di raccolta fondi per realizzare insieme questa ‘Casa de la montaña’, in collaborazione con la Diocesi di Bergamo, il Centro Missionario Diocesano, l’Università degli Studi di Bergamo, il Club Alpino Italiano, il Consolato generale delle Bolivia di Milano, le Sezioni e Sottosezioni dell’Unione Bergamasca CAI, l’associazione alpinistica Giovane Montagna, l’associazione ‘La Cordillera’ e rifugio monte Alben.
Nel percorso di condivisione e partecipazione per portare piccoli ‘mattoni’ alla costruzione della casa a Peñas, diverse sono le iniziative realizzate per contribuire a questo obiettivo, come serate culturali e di testimonianza, camminate e cene di solidarietà, ma anche generose donazioni di famiglie e di singole persone.
Passo dopo passo il cammino continua e il 21 ottobre 2024 viene organizzata la giornata per la posa della ‘PIEDRA FUNDAMENTAL’ della ‘CASA de la MONTAÑA’ con la partecipazione di giovani, studenti, docenti e rappresentanti di istituzioni: Junta de vecinos Marka Peñas, Secretario general Pajcha Peñas I e il suo directorio, Bartolinas Sisa, Subalcaldía del municipio di Batallas, Universidad de turismo UAC parallelo Peñas, Associazione di turismo Peñas ‘La Cordillera Experience’, l’Associazione di Guide di alta montagna UIAGM – AGMTB, Proyecto Mujer de montaña, Centro di salute di Peñas e la Municipalità di La Paz.
Significative le lettere di partecipazione e saluto inviate a Padre Topio dal Presidente Generale CAI Antonio Montani, dal Presidente Centrale della Giovane Montagna Stefano Vezzoso e dal Presidente del CAI di Urgnano Lorenzo Vistoli, con riferimento ai grandi valori della montagna che uniscono: la solidarietà e la fratellanza universale, l’amore e la cura per il creato.
La cerimonia pubblica è stata svolta con semplici gesti e straordinari significati, a partire con un’offerta alla Pacha Mama (‘Madre Tierra’ in lingua quechua), la dea della terra, simbolo di fertilità e protezione, attraverso vasi di terracotta pieni di petali di fiori, frutta, semi e dolci andini, che sono stati letteralmente ‘infranti’ sulla grande pietra posata sul terreno del futuro spazio polivalente, per simboleggiare la solidità della costruzione.
Padre Topio e il Diacono Stefano hanno quindi completato la solennità della manifestazione con preghiere per chiedere a DIO Padre di benedire la ‘PIEDRA FUNDAMENTAL’, coperta di petali e doni, di proteggere le persone e i giovani, e di favorire lo sviluppo del pueblo di Peñas.
Indelebili le emozioni e i doni di umanità e amicizia condivisi in questa grande festa interculturale.
Dopo la cerimonia, i giovani hanno dato inizio a musiche e balli, coinvolgendo tutti i presenti, in un clima festoso che ha accompagnato il pranzo comunitario presso il cortile della Parrocchia della Vergine della Natività.
Ora che il cantiere è aperto, ancora più importante e significativo diventa l’impegno per costruire insieme la ‘CASA de la MONTAÑA’ , continuando a donare tempo, risorse e materiali e permettere che i giovani di Peñas possano realizzare il proprio sogno di diventare Guide di montagna e aiutare gli ultimi.
Fonte: Paolo Valoti