Un'escursione nella
Valle di Canneto, tra le più belle del versante laziale del
Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, alla quale hanno partecipato
71 Soci di 12 Sezioni Cai della regione (Cassino, Esperia, Sora, Gallinaro, Frosinone, Latina, Colleferro, Monterotondo, Rieti , Viterbo, Frascati e Leonessa).
La
Commissione regionale tutela ambiente montano del Cai Lazio ha voluto celebrare così i cento anni del Parco lo scorso 12 giugno.
Il racconto della giornata
«Nella valle, un territorio che rientra tra i SIC previsti dalla Rete Natura 2000, inizia il sentiero Cai F2, che è stato percorso all’ombra dei faggi, alcuni dei quali secolari, fino alla località Tre confini», spiega
Monica Festuccia, presidente della Commissione.
«Il tragitto ricalca l’antica via di comunicazione tra le terre della Valle di Canneto e quelle dell’alta Valle del Sangro e per gran parte costeggia il corso d’acqua, in alcuni tratti impetuosa e spumeggiante, che a valle va a formare il fiume Melfa. Lungo il percorso, accompagnati dallo scrosciare delle limpide acque, attraverso piccole deviazioni, è stato possibile ammirare le bellissime cascate dello Schioppaturo, intitolata a Giovanni Paolo II che la visitò nel 1985, e della Cimentara. Un grande interesse ha suscitato la presenza di diverse marmitte fluviali, cavità cilindriche che si formano quando l’acqua corrente si imbatte in un ostacolo nel letto del torrente e viene costretta a ruotare sempre nello stesso punto».
La preparazione didattica
L'escursione, che rientrava nel programma dell'edizione 2022 di
“In cammino nei Parchi”, faceva parte anche dell'annuale corso di aggiornamento regionale TAM.
Per i titolati e qualificati, dal punto di vista didattico è stata preparata il giorno precedente, presso il
Santuario di Santa Maria del Canneto a Settefrati (FR), con interventi del personale docente dell’Ente Parco e di Soci Cai.
Entrando nel dettaglio, il naturalista
Amilcare D’Orsi ha parlato delle “caratteristiche e peculiarità vegetazionali e faunistiche”, il geologo
Elio Bianchi della “geologia e idrologia dei Monti della Meta” e le guardie del Parco della fauna presente nel territorio arricchendo la lezione con aneddoti curiosi cui hanno assistito durante il loro servizio.
«Particolare attenzione è stata riservata alla nuova disciplina in materia di accessibilità e fruizione turistica all’interno del Parco per la tutela dell’orso marsicano e del camoscio appenninico. La giornata si è conclusa con un’interessantissima descrizione storica della Valle di Canneto tenuta dal socio e storico locale Salvatore Capaldi», continua la Festuccia.
«Salvatore ha illustrato la grande importanza che la Valle di Canneto ha rappresentato per le popolazioni locali, importanza dovuta soprattutto alle sorgenti del fiume Melfa. Proprio quelle sorgenti hanno attratto l’uomo sin da tempi antichi, come dimostra la presenza di un tempio italico-romano del IV – III – II secolo a. C. La valle, oltre ad essere una via di comunicazione era anche una via di pellegrinaggio e transumanza e costituiva, fin dall’antichità, un’importante via d’interscambio tra la valle dell’alto Sangro, lembo sud orientale delle terre dei Marsi (attualmente territorio di Opi, AQ) e quelle un tempo occupate dai Volsci (odierna Ciociaria), le valli di Comino e del Liri. Sulle mulattiere montane transitavano legname, patate, formaggi, carni ed altri prodotti dell’alta valle del Sangro che erano scambiati con olio, frutta e materie delle valli di Comino e del Liri».