Il Lago delle Stellune © Simona BursiLa carreggiata è quella che da Molina di Fiemme, in Trentino, sale verso il Passo Manghen, unico valico stradale che attraversa la lunga catena del Lagorai. Poco prima del Ponte della Stua, sulla sinistra, si incontra un recente rinnovamento forestale, ossia un appezzamento che ospita dei piccoli alberi (larici, abeti rossi, pini cembri, ecc.) piantati dalla Magnifica Comunità di Fiemme attraverso WOWnature, un progetto lanciato da Etifor, uno spin-off dell'Università di Padova. Dalle mie parole non traspare, ma ne vorrei parlare con entusiasmo, visto che lì mi sono sporcato le mani per piantare il mio simbolico alberello, grandioso regalo di una persona che ha saputo leggere in profondità il mio animo da naturalista incallito. Queste nuove vite rappresentano il futuro verde della valle, devastata in più punti prima dalla tempesta Vaia e poi dal bostrico, il dannoso coleottero di cui si prevedono almeno altri quattro anni di proliferazione abbondante.
Segnaletica del Sentiero Italia CAI © Denis PerilliIl Sentiero Italia CAI si inerpica pigramente dal Ponte delle Stue, rimanendo alla destra orografica del rumoroso Rio Val delle Stue. La forestale è ampia e sembra essere stata costruita per favorire la meditazione, è coperta inizialmente dalla volta arborea e poi protesa in seguito verso verdissimi valloni incisi da rigagnoli e più lontane cascate che precipitano da scuri baratri di porfido e altre rocce vulcaniche.
Un altro elemento caratteristico è dato dalle malghe (Stue Bassa, Stue Alta, Cazzorga), lì adagiate a testimoniare quale sia stata (usiamo la declinazione al passato ormai) la vocazione economica e culturale di questa scenografica incisione valliva.
In Val delle Stue © Simona BursiIl vero Lagorai si palesa però in quota, all’arrivo del Lago delle Stellune, dove sembra di essere proiettati in un mondo fantascientifico, scevro del turismo di massa e immerso in un silenzio raro da trovare oramai anche fra le montagne più isolate. Ai più potrà sembrare una frase fatta, banale e inflazionata, ma chi ha avuto la fortuna di mettere piede fra queste pietre ricoperte da praterie e su cui fili d’acqua scarabocchiano i versanti capirà la veridicità del pensiero.
Il toponimo Lagorai trae origine da “aurai” un termine che poggia le sue fondamenta in un’antica lingua indoeuropea, nella quale la radice “-aur” significa “spazio erboso attorno all’acqua”. Ci si riferisce chiaramente ai numerosissimi laghetti alpini dislocati in tutta la catena montuosa.
Passo Cinque Croci, punto d'incontro fra i gruppi del Lagorai e di Cima d'Asta © Denis PerilliLa tappa C11S del Sentiero Italia CAI tocca la Forcella Val Sorda e si porta nel versante opposto, quello della Val Campelle, dove si trova il Passo Cinque Croci, geograficamente riconosciuto come punto d’incontro fra le rocce granitiche di Cima d’Asta e, appunto, quelle porfiriche del Lagorai. Spesso questi due raggruppamenti montuosi vengono erroneamente considerati un tutt’uno, ma la loro storia geologica è talmente diversa che affermarlo costituisce un’imprecisione che non rende giustizia a due anime dai forti connotati caratteristici. Il cammino termina all’accogliente Rifugio Conseria, ricavato da una storica e bellissima malga.
Un consiglio: se vi capita di transitare in questi luoghi non mettetevi fretta. Esplorate, perdetevi, lasciate vagare i pensieri, il Lagorai vi ricompenserà!
Scopri la tappa C11S del Sentiero Italia CAI da Molina di Fiemme al Rifugio Conseria.
La possente sagoma di Cima d'Asta © Denis Perilli