Caldini-Cornella: una nuova via alla Torre della Vallaccia

Sul Sasso delle Undici, nelle Dolomiti della Val di Fassa, Luca Caldini e Luca Cornella hanno aperta la via che porta il loro nome. L'itinerario sale la spettacolare parete nord dopo aver condiviso i primi sei tiri dello Spigolo dei Fassani

La Vallaccia presenta una spettacolare parete nord, dove già nel 1961 Toni Rizzi e Toni Gross avevano aperto una bellissima via sullo spigolo nord-ovest. Sfruttando i primi sei tiri di questo itinerario, Luca Caldini e Luca Cornella hanno aperto una nuova via di sette tiri (sviluppo 250 metri, difficoltà IX° grado), che abbandona il traverso che porta allo spigolo, per salire verso una fessura sul lato sinistro della parete. 

In partenza sul secondo tiro della Caldini-Cornella © L.Cornella

Lo Spigolo dei Fassani ha una storia importante, ma la pala finale della torre nord della Vallaccia era praticamente libera 

Nella prima parte la via rimane sempre al margine della zona gialla più repulsiva, muovendosi verso sinistra, per poi ritornare al centro e guadagnare la cima. Dal report di Cornella: «Lo Spigolo dei Fassani ha una storia importante, è stata una conquista dura degli anni '60. Sulla Nord non c'è solo questa salita, hanno aperto una via anche i fortissimi Maffei e Frizzera, ma niente altro, la pala finale della torre nord della Vallaccia era praticamente libera e l’idea di Luca era quella di entrare nel suo cuore dal sesto tiro dello Spigolo dei Fassani mirando a quella fessura che sembra un profilo di viso (sulla sinistra della parete nord) per intercettare il traverso della Maffei-Frizzera e andare a salire la torre nord di sinistra».

 

In apertura sul quinto tiro © L.Cornella

La via è stata realizzata in un misto di stile trad e spit dove necessario, la cordata si è alternata in apertura. Arrivati alla fessura che sembra il profilo di un viso, Caldini e Cordella hanno deviato rispetto al progetto originale. «Valutiamo la qualità della roccia scadente, stiamo quindi sulla sinistra su roccia nera che porta a una fessura fantastica. Da qui in avanti non serve dirsi niente tra noi, ci guardiamo negli occhi e capiamo che la via deve salire con dirittura e non traversare sulla Torre di sinistra, andare in cima e scendere sull’altro versante. È stata lunga, ma grazie al mio socio Luca, a mezzanotte siamo a rifocillarci nuovamente al Bivacco Zeni. Io ero pronto a dormire su una cengia lungo il canale orrendo in cui siamo incappati nella notte ma lui è stato duro e “avanti tutta”».