Carloalberto “Cala” Cimenti è morto all’età di 46 anni, a causa di una valanga sulle montagne di Sestriere. Alpinista e scialpinista, Cimenti e sua moglie Erika Siffredi erano coinvolti in progetti di cooperazione per lo sviluppo, con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo alpinistico e dell’outdoor alla realtà di contesti di periferia, povertà e discriminazione.
Insomma, non stupisce una raccolta fondi
in sua memoria per un progetto concreto e tangibile: la costruzione di una scuola in Nepal, distrutta dal sisma del 2015. Il progetto
“Sdraiato in cima al mondo” si concentra sulla Scuola Primaria di
Shree Pattale nella Bassa Valle dell’Everest, completandone così la ricostruzione.
La raccolta fondi
è partita il primo giugno e sarà aperta fino al 31 luglio 2021, sulla piattaforma EPPELA. In caso di donazioni superiori ai 150 euro, verrà inviata una copia del libro dI Cala Cimenti “Sdraiato in cima la mondo”.
Il progetto nasce dalla richiesta del referente della scuola all'associazione non governativa Monviso Nepal Foundation. Ma l’iniziativa è promossa anche da associazioni come World Friends onlus con la sezione Peaks Doc e l'associazione Find The Cure.
La ricostruzione in un territorio tagliato fuori dagli aiuti internazionali
Shree Pattale è una località nel distretto di Solukhumbu, tagliata fuori dalle comuni rotte del turismo di montagna. Distrutta dal terremoto del 2015, la scuola primaria di Pattale è stata solo parzialmente ricostruita. Infatti, gli aiuti internazionali e il turismo internazionale
hanno permesso la ricostruzione solo nelle aree più turisticamente significative, ma le valli meno note non sono state interessate dalla ricostruzione. Vivere a Pattale non è semplice, le scuole sono poche e i bambini e i ragazzi non sempre riescono a completare gli studi.
«Sdraiato in cima al mondo è il titolo del libro di Cala Cimenti. Da tempo Cala e la moglie Erika erano impegnati in progetti di cooperazione per lo sviluppo per promuovere la sensibilizzazione del mondo alpinistico e dell’outdoor alla realtà di contesti di periferia, povertà e discriminazione – si legge sulla piattaforma –.
Il ricordo di Cala è vivo negli amici e nelle associazioni con cui ha collaborato. Soprattutto è vivo e palpabile in Erika, moglie, amica, compagna di vita e di ogni avventura. Voler ricordare Cala attraverso una iniziativa concreta nasce proprio da Erika, seguita dagli amici più vicini, dai compagni di cordata e dalle associazioni con cui collaborano. L’idea è trasformare il suo entusiasmo ed il suo amore per la vita in un progetto di sviluppo per le popolazioni delle montagne che tanto ha amato», si legge ancora