Pakistan. Dopo aver scalato e sciato il Nanga Parbat (8126 m.), l'alpinista torinese
Carlalberto "Cala" Cimenti decide di affrontare l'inviolato Gasherbrum VII (6.955 m) con l'amico
Francesco Cassardo. La salita, per nulla scontata, procede senza contrattempi. Ma sulla strada del ritorno un urlo strozzato rompe il silenzio: Francesco, nel tentativo di sganciare gli sci, perde l'equilibrio precipitando per oltre 600 metri.
Cala Cimenti © Facebook
Riesce miracolosamente a scampare alla morte, tuttavia
le operazioni di salvataggio, ostacolate dall'apparato burocratico pachistano, richiedono a Cala e alla moglie Erika (che, dall'Italia, le sta coordinando) una commovente dimostrazione di amicizia e di amore.
Il libro si sviluppa senza inciampare nella retorica eccessivamente eroica che da sempre accompagna le avventure in montagna. Lo spirito genuino e ironico di Cala, infatti, ci ricorda che alla fine l'alpinismo è soltanto un retaggio infantile, un gioco. Finché si continuerà a giocare con l'immaginazione e l'entusiasmo di un bambino e fino a quando i sogni illumineranno il futuro, ci sarà la possibilità di svincolarsi dagli schemi e di conservare un briciolo di libertà.
L'autore ha continuato a giocare e sognare fino a quando, l'8 febbraio 2021, una valanga gli ha prematuramente strappato la vita.
La copertina del libro "Cala Cimenti © Facebook. Sdraiato in cima al mondo" © Sperling&Kupfer
Il libro
Breve recensione del libro "Sdraiato in cima al Mondo" di Cala Cimenti © Facebook (Sperling & Kupfer).