«Non serve altro cemento sulle montagne siciliane. Non sono necessarie seggiovie e nuove strade».
Il
Cai Sicilia, con il “Documento in difesa dei Parchi Siciliani per la corretta valorizzazione turistica dei territori montani” prende posizione a favore del
turismo sostenibile, dopo aver appreso
«le sorpassate idee progettuali che si torna a sostenere con l'intento di promuovere lo sviluppo turistico delle nostre più importanti aree protette».
Le ultime minacce ambientali
Il documento cita l'
Etna dove si prevedono nuove impianti a fune sull'intero versante settentrionale di «
un vulcano attivissimo, sino all'area dei Fratelli Pii a circa 2500 metri di quota». Sui
Nebrodi si pensa a nuovi nuovi attraversamenti rotabili della parte più integra del Parco per creare “collegamenti veloci” tra Maniace e Longi (a pochi chilometri ci sono già due strade statali). Sulle
Madonie c'è poi un progetto per realizzare una elisuperficie nei pressi di Piano Battaglia,
«che appare eccessivo rispetto all'ormai modesta frequentazione della zona».
Il Cai Sicilia conferma nel testo di impegnarsi per
«una montagna viva e abitata ma, in linea con le posizione assunta dall'associazione a livello nazionale, ribadisce che solo i Parchi, se messi in condizioni di ben operare, possono aiutare il turismo nelle terre alte. È inconcepibile continuare a puntare sulla monocultura dello sci da discesa in presenza di evidenti cambiamenti climatici che rendono sempre più incerto l'innevamento a quote medio basse e alle nostre latitudini». Il Gruppo regionale evidenzia poi che «dalle aree protette ben gestite arriva benessere e lavoro per le popolazioni, oltre che tutela di un patrimonio naturalistico che appartiene alle future generazioni».
Il Lago Biviere sui Nebrodi © Cai Sicilia
Fare senza deturpare
Non solo contrarietà, il Cai Sicilia vuole essere anche propositivo, proponendo
«tre iniziative che possono essere realizzate in tempi rapidi in alternativa alle ipotesi progettuali sopra negativamente valutate, a dimostrazione del profondo convincimento che è possibile “fare senza deturpare”».
Per quanto riguarda la zona nord-ovest dell'Etna, essa può essere valorizzata rendendo gestibili le
strutture già esistenti (la Casermetta di Monte Spagnolo di proprietà del Comune di Randazzo e i rifugi forestali di Monte La Nave e di Monte Scavo), nonché istituendo dei
servizi navetta fino ai limiti della zona “A” (l'area che si estende dai crateri sommitali fino a quota 870 metri).
«Tutti interventi peraltro già autorizzabili in base alla normativa attuale».
Il Parco dei Nebrodi è interamente attraversato dalla
Dorsale dei Nebrodi (coincidente in larga parte con il
Sentiero Italia CAI). Un itinerario escursionistico che può essere dotato in pochi mesi di
«posti di pernottamento da convenzionare nei centri abitati (da rendere raggiungibili tramite apposite navette)».
Nel parco delle Madonie, infine, il Cai propone di coordinare e di agevolare la fruizione dei sentieri
«organizzando eventi culturali compatibili con la protezione dell'ambiente e che rendano attraenti i soggiorni nel Parco». È inoltre necessario rilanciare l'iter di realizzazione dell'impianto di smaltimento dei reflui di Piano Battaglia, «la cui mancanza costituisce
un grave attentato all'integrità delle preziose falde idriche montane».
Un altro scatto del versante Nord-Ovest dell'Etna © Cai Sicilia
La conclusione del
documento è molto chiara:
«un ambiente correttamente conservato è la miglior garanzia di sviluppo economico in quanto attrae i turisti - sempre più numerosi - che apprezzano le attività all'aria aperta e le bellezze naturalistiche in generale, come dimostrano centinaia di esperienze in giro per l'Europa. Chiediamo dunque alla Regione Siciliana di impegnarsi affinché i Parchi abbiano le risorse e il personale necessario per svolgere i propri compiti istituzionali, compresa la promozione del turismo “eco-compatibile” che, proprio in tempi di Covid 19, si è rivelato essere una delle attività con maggiori opportunità di sviluppo».