CAI Eagle Team su Viaggio nell'iperspazio allo Scoglio delle Metamorfosi in Val di Mello

Val di Mello/Scoglio delle Metamorfosi - Via Viaggio nell'iperspazio - Luca Ducoli in arrampicata
Val di Mello/Scoglio delle Metamorfosi - Via Viaggio nell'iperspazio - Luca Ducoli in arrampicata © Federica Mingolla

Lo Scoglio delle Metamorfosi è una struttura d’arrampicata, simile a una pala, situata in Val di Mello. Si trova sulla verticale delle Dimore degli Dei. Le due strutture sono separate dal un bellissimo bosco di faggi che nel corso del tempo è stato battezzato Bosco incantato.

Curiose sono le descrizioni comparse sulle diverse guide d’arrampicata della valle. Jacopo Merizzi e Paolo Masa nella loro Val di Mello – 9000 metri sopra i prati (Editrice Egeria, 1985) scrivono:

Posto al di sopra delle Dimore degli Dei e immerso nella magica vegetazione del Bosco Incantato si trova lo Scoglio della Metamorfosi. In molti hanno tentato di descriverne la sua bellezza, nessuno finora vi è mai riuscito.
La struttura ha sempre suscitato un grande interesse nei secoli; si narra infatti che i primi Melàt (pastori che salivano con le loro mandrie le impervie valli laterali della val di Mello n.d.a.) l’avessero scambiata per la cappella di un enorme fungo porcino, tant’è che si affrettarono a costruire il grandioso sentiero che porta alla sua base. Non è documentata la delusione dei Melàt nel costatare che, invece di morbidi e profumati tessuti vegetali, l’enorme massa era fatta di solido granito. Si sa però, che il posto fu di loro gradimento, tanto da divenire la meta preferita per i loro viaggi di nozze. Il fatto è testimoniato dalla presenza di tre grotte sovrapposte dai basamenti ricoperti di altro e soffice strato di foglie secche, realisticamente chiamate dai Melàt Cà de la Brügna e successivamente ribattezzate dai metropolitani Casa delle Fate. In seguito i furbi e laboriosi Melàt, scoprirono che oltre a luogo di piacere, le strisce erbose nei pressi dello Scoglio potevano essere utilizzate dalle greggi delle loro spericolatissime pecore e nel giro di un paio di generazione recintarono la zona con enormi muraglie. Come per tutte le civiltà megalitiche del passato, anche per quella dei forzuti Melàt, iniziò un lento declino, che portò all’abbandono delle loro stravaganti e simpatiche abitudini. Passò qualche secolo prima che il meraviglioso Scoglio venisse riscoperto dall’uomo ad opera dei primi Sassisti.

I primi arrampicatori a esplorare lo Scoglio furono Ivan Guerini e Vittorio Neri ma la prima via, Gli oracoli di Ulisse, venne salita il 13 luglio del 1978 da Francesco Boffini, Antonio Boscacci e Jacopo Merizzi. Un itinerario laborioso dove l’artificiale ebbe la meglio sull’arrampicata libera. 

Val di Mello/Scoglio delle Metamorfosi - Via Viaggio nell'iperspazio - Federica Mingolla in arrampicata
Val di Mello/Scoglio delle Metamorfosi - Via Viaggio nell'iperspazio - Federica Mingolla in arrampicata © Luca Ducoli

La via simbolo della struttura è però Luna Nascente, che venne salita pochi mesi dopo, il 3 settembre 1978, da Antonio Boscacci, Mirella Ghezzi e Graziano Milani. Luna diventò ben presto, secondo il parere di molti, la via più bella della Val di Mello e ancora oggi è facile far coda all’attacco o lungo i tiri. 

Luca Ducoli
Val di Mello/Scoglio delle Metamorfosi - Via Viaggio nell'iperspazio - Federica Mingolla in arrampicata © Val di Mello/Scoglio delle Metamorfosi - Via Viaggio nell'iperspazio - Federica Mingolla in arrampicata


Caterina Bassi, Stefano Libèra e Martino Quintavalla tra il 2020 e 2021 salgono lungo muri e diedri fessurati sul limite sinistro della struttura e aprono probabilmente l’ultima linea logica rimasta. Un itinerario di 200 metri con difficoltà di 7c e un obbligatorio di 7b che viene battezzato Viaggio nell’iperspazio. Lungo la linea di salita sono presenti alcuni fix, ma è necessario integrare le protezioni con dei friend e microfriend.

Val di Mello/Scoglio delle Metamorfosi - Via Viaggio nell'iperspazio - Luca Ducoli in arrampicata
Val di Mello/Scoglio delle Metamorfosi - Via Viaggio nell'iperspazio - Federica Mingolla in arrampicata © Luca Ducoli


Il nome della via ha un origine curiosa: alcuni giorni dopo la salita in libera di Caterina Bassi e Martino Quintavalla anche Stefano Libèra con l’amico Giacomo, raggiunge lo Scoglio per tentare a sua volta la libera. Purtroppo, durante una caduta si rompe l’astragalo, un osso del piede. Stefano decide di non chiamare il soccorso alpino e scendere in autonomia a valle…su di una gamba sola. L’esperienza fu psichedelica e gli fece vivere un Viaggio nell’iperspazio.

Val di Mello/Scoglio delle Metamorfosi - Via Viaggio nell'iperspazio - Luca Ducoli in arrampicata
Val di Mello/Scoglio delle Metamorfosi - Via Viaggio nell'iperspazio - Luca Ducoli in arrampicata © Federica Mingolla


La via Viaggio nell’Iperspazio è stata ripetuta da Luca Ducoli e Federica Mingolla (Tutor) durante la settimana di arrampicata che il gruppo CAI Eagle Team ha trascorso in Val di Mello.

Curiosa e poetica è la descrizione dell’avvicinamento allo Scoglio, che venne scritta da Antonio Boscacci e pubblicata nella guida Val di Mello (Tamari Editori in Bologna, 1980) dove la struttura viene chiamata La Pietra delle Metamorfosi e la distesa di faggi Bosco dei Fantasmi.

Quando la terra viveva senza l’uomo e dolce era il canto dell’usignolo, quando gli orsi donavano le loro pellicce ai pesci infreddoliti è nata forse questa struttura unica ed eccezionale. È facile riconoscerla perché fin dall’inizio della valle la si vede sovrastare le Dimore degli Dei e le case della Piana; e già il cammino per portarsi alla sua base ci immerge in un mondo ormai dimenticato.
Il modo più facile per salire alla Pietra è seguire il torrente prima della Piana fino al Sarcofago, aggirare questa struttura sulla sinistra e ritornare al torrente alla base della cascata. Dopo aver attraversato l’acqua su sassi e vecchi legni si sale per un pendio vegetato seguendo un piccolo ruscello fino a prendere sulla destra un sentierino che diventa sempre più marcato. Si entra così in nell’ampio bosco di faggi (Il Bosco dei Fantasmi) che corona la sommità delle Dimore degli Dei. Mantenendosi sulla sinistra accanto ad una parete di granito, si supera un tratto in genere umido-fangoso (ci sono alcuni fittoni in ferro) e poco dopo si arriva alla Case delle Fate, una bellissima grotta già usata parecchi anni fa dai boscaioli durante il taglio del Bosco dei Fantasmi. Si può (si dovrebbe) bivaccare qui o nel sotto-grotta oppure nel sotto-sotto-grotta perché è davvero da favola. E tutto questo a pochi metri dalla Porta del Cielo, una smisurata lama di granito appoggiato alla Pietra a ricordo dei tempi del Caos.