CAI Eagle Team su Schwalbenwanz in Marmolada

Marmolada d'Ombretta - Parete sud (parte alta) © Riccardo Volpiano

Prosegue il nostro viaggio sulle pareti delle Dolomiti, tessendo un filo tra la storia verticale dei Monti Pallidi e le salite realizzate da giovani alpinisti del CAI Eagle Team durante la seconda settimana del progetto. In questo caso ci troviamo sulla via Schwalbenwanz in Marmolada, affrontata da Riccardo Volpiano con Thomas Gianola (tutor) e da Alessandra Prato con Claudio Migliorini (tutor).

La Marmolada, conosciuta anche come la “Regina delle Dolomiti”, ha da sempre catturato l'attenzione di numerosi alpinisti tra cui Ettore Castiglioni che ne rimase letteralmente stregato al punto di aprirvi diverse vie e tentarne altrettante. Castiglioni è anche autore della prima guida alpinistica dedicata al gruppo. Odle, Sella, Marmolada è uno dei primi volumi della pregiata collana Guida ai Monti d'Italia del Cai (è del 1937). L'autore per descrivere la Marmolada utilizza una citazione:

"O Marmoleda, che can che 'l soregie 
Te corona coi sie rai, 
Ti es regina, 
E onor te cogn dèr ogni mont. 
Tu ti es bela, tu ti es grana 
fina in pès e forta in verra, 
Te grigna ciel e terra 
e del Trentin ti es el prum onor". 
 

Così i Ladini cantano la Marmolada, così amano la loro regina, cui deve dare onore ogni altro monte; essa è bella, essa è grande, dolce in pace e forte in guerra e a lei sorridono il cielo e la terra. Nel mezzo dello sterminato affastellarsi di crode rosse-giallastre, la candida Marmolada, quasi “marmorizzata”, troneggia isolata con imponenza sovrana.

Marmolada d'Ombretta - In arrampicata lungo la via Schwalbenwanz (Coda di Rondine) © Riccardo Volpiano

La Marmolada d’Ombretta, con i suoi 3247 m di quota, più che una vetta vera e propria è una lunga cresta, caratterizzata da torrioni e forcelle. 
Il versante nord non presenta itinerari alpinistici interessanti al punto che le ascensioni da questo lato sono assai rare. Ben più frequentata e alpinisticamente interessante è invece la parete sud. Qui si sviluppano le più belle e impegnative ascensioni dell’intero gruppo della Marmolada. 

Negli anni ’70 del XX secolo, un protagonista indiscusso di questa lunga muraglia è l’alpinista tirolese Heinz Mariacher, che spesso in cordata con la compagna Luisa Iovane, traccia itinerari impegnativi ed eleganti. Ma in quel periodo si muovono sulle pareti anche Reinhard Schiestl e Ludwig Rieser, i quali in un mese piuttosto insolito per l’alpinismo – novembre – tracciano Schwalbenschwanz (Coda di Rondine). Una linea di 800 m, che si destreggia lungo placche alla costante ricerca della via più logica. L’itinerario è ormai divenuto classico e le ripetizioni sono aumentate anche in funzione del fatto che oggi la via è sufficientemente attrezzata (chiodi).

Marmolada d'Ombretta - In arrampicata lungo la via Schwalbenwanz (Coda di Rondine) © Riccardo Volpiano


É interessante quanto Tommaso Magalotti scrive nel suo libro Marmolada regina - pagine di storia alpinistica (Gribaudo editore, 1993) in merito all’abbigliamento che veniva utilizzato in quel periodo per affrontare una parete così impegnativa.

Nel nuovo modo di atteggiarsi di fronte alla montagna, due parole vanno spese nei riguardi dell’abbigliamento. Mentre gli italiani – salvo qualche eccezione – continuano a discostarsi ben poco dalla tradizione, Mariacher e gli austro-tedeschi, in genere, anche in questo aspetto hanno adottato i modelli rivoluzionari degli americani che, tutto sommato, sono indispensabili per attuare la nuova arrampicata. 
Tutto l’abbigliamento deve essere ridotto al massimo, tanto, in caso di pioggia basta un K-way per ripararsi e poi – come si è detto – in genere si ritorna alla base. 
Nuove le fogge degli abiti, nuovi i loro tessuti (possibilmente idrorepellenti), nuovi anche i colori, talvolta con strani e vivaci accostamenti. Molte volte sembra tutto un “casual” mentre sotto c’è l’idea elaborata ed accorta dell’industria. 
L’abbigliamento dei nuovi arrampicatori finisce per essere molto vicino a quello di chi fa footing. Anche il vecchio maglione di lana non è più di moda, sostituito ormai da leggere e morbide casacche felpate da indossare quando le temperature sono più rigide. 
Ai piedi non più i pesanti scarponi di cuoio con le suole Vibram, ma leggerissime pedule o scarpette da arrampicata, la cui suola è formata da una “mescola” come si dice in gergo, realizzata per ottenere la massima aderenza sulla roccia. Essa è fabbricata con lo stesso materiale col quale si costruiscono i pneumatici delle automobili di formula uno.

Marmolada d'Ombretta - In arrampicata lungo la via Schwalbenwanz (Coda di Rondine) © Riccardo Volpiano
Marmolada d'Ombretta - Alessandra Prato in arrampicata lungo la via Schwalbenwanz (Coda di Rondine) © Archivio Alessandra Prato