16.01.2024 - - - alpinismo arrampicata cultura storia
Continuiamo a seguire i giovani alpinisti del CAI Eagle Team in Val Masino, “recuperando” le corde della storia. Questa volta ci troviamo in una laterale della Val Masimo, la Val di Mello, che si apre a destra (est) di San Martino, una frazione che compone il comune di Valmasino e si addentra per circa 8 km e mezzo verso il gruppo del Disgrazia. I primi 2 km sono percorsi da una strada carrozzabile; oltre ci si addentra in un vero e proprio “paradiso terrestre”.
L’origine del nome è da ricercarsi nel paese di Mello, un comune non contiguo alla valle, che si trova all’inizio della Valtellina, i cui abitanti (Melat), fin dai tempi antichi, hanno diritto di pascolo in questa conca.
Matthias Stefani all'imbocco della Val di Mello. Alle sue spalle il Precipizio degli asteroidi © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)Bisognerebbe spendere diverse righe per raccontare la figura di Ivan Guerini e quella dei suoi compagni d’avventura, che qui tracciarono le prime vie d’arrampicata. Ivan rimase letteralmente incantato dalla valle, con la sua natura incontaminata. Grazie a lui la parola “arrampicare” cambiò di significato. Non più lotte per conquistare una cima, magari tra una tormenta, ma semplicemente una sequenza di movimenti motori dove l’allegria e il gioco la facevano da padrone.
Fu proprio Guerini a scrivere la prima guida d’arrampicata della valle. La chiamò “Il gioco-arrampicata della Val di Mello” e raggiunse le librerie grazie a Zanichelli. Oggi sono in molti a cercare il piccolo libretto sulle bancarelle di piazza Diaz a Milano la seconda domenica di ogni mese o in quotidiane ricerche su qualche piattaforma on-line.
Val di Mello - Il tempio dell'Eden © Luca Galbiati (Archivio Sassbaloss)L’introduzione al libro fu rivoluzionaria, già a partire dal titolo: La fiaba della Val di Mello.
Le prime righe trasudano di poesia e fascino:
La Val di Mello… un’ampia, tiepida, sinuosa conca.
Nasce dove l’ombra e il buio della notte si concedono alla luce dell’alba. E si distende come un enorme e mite rettile, fino a sbocciare molto lontano, in un incredibile sconfinato anfiteatro, che si distende fino alle propaggini nevose del Monte Disgrazia. In questo luogo è nata una fiaba, fatta da una sintesi arcana di “magia” e preistoria. Ed è proprio nelle stagioni del “trapasso”, come la primavera (nascita dell’estate, del caldo) e l’autunno (nascita dell’inverno, del freddo), che in questo luogo di incredibili contrasti si ha un’immediata sensazione del significato e del valore della vita. Per “immediata” intendo la spiegazione dell’esistenza e dell’universo, senza il peso delle “parole”, degli “scritti”, senza nessuna costruzione di pensieri, o forme di filosofie! Ma solo per mezzo delle “immagini” fatte dalla “luce”, dallo “spazio”, dal “tempo”… che a loro volta danno origine a “situazioni” che plasmano la nostra mente con “sensazioni” ed “emozioni”.
Val di Mello/Il tempio dell'Eden - Via La signora del Tempo - Matteo Monfrini lungo la via © Iris BielliEd è qui che le strutture d’arrampicata vengono battezzate con nomi strani e accattivanti. Non più cime dedicate a persone scomparse, a città metropolitane, a colori. Nascono così nomi come: Il tempio dell’Eden, Lo scoglio delle metamorfosi, Le dimore degli dei, Lo sperone della magia…
La guida Val di Mello - 9000 metri sopra i prati di Paolo Masa e Jacopo Merizzi descrive così il Trapezio d’Argento, la grande lavagna di granito che sorregge Il tempio dell’Eden e che è necessario salire per accedere più agevolmente alle vie della struttura superiore.
" (...) Fin dalle origini del Sassismo, questa bellissima placca suscitò una grande curiosità, infatti già nel lontano 1975 Jacopo Merizzi e Giuseppe Miotti effettuarono i primi tentativi di salita che terminarono, tra terribili spaventi, alla fine della prima lunghezza di corda. La colpa fu attribuita all'uso di scarponcini semirigidi a suola a carrarmato, ben presto abbandonati perché definiti mortali. Un paio d'anni più tardi, l'arrampicata con scarpette a suola liscia, non impedì al "Bosca" (Antonio Boscacci n.d.a.) di salire la placca con un vecchio e logoro paio di "Form Sport" (i maligni dicono per risparmiare), comunissime scarpette da ginnastica dalla mescola considerata miracolosa.
Il "Bosca", notoriamente vegetariano, quel giorno si mangiò, in barba alla sua tradizionale frugalità, mezzo chilo di Parmigiano Reggiano e così "caricato", salì per la prima volta in Italia una via di settimo grado che, oltre alle difficoltà, presentò scarsissime possibilità di protezione (...)".
Val di Mello/Il tempio dell'Eden - Via La signora del Tempo - Iris Bielli lungo la via © Matteo MonfriniLa prima via a essere tracciata al Tempio dell’Eden è stata L’alba del Nirvana. È l’8 maggio 1976 quando Ivan Guerini e Patrizius Gossemberg aprono la via in due ore e mezza, seguendo la linea più logica della struttura. Una fessura che divide una liscia placca da un pronunciato strapiombo, a sua volta inciso da fessure verticali.
Antonio Boscacci e Graziano Milani, nell’agosto del 1978 non resistono alla tentazione di salirne una e aprono La signora del tempo. 15 metri impegnativi che oggi, in libera, offrono difficoltà di 7b. Va evidenziato che già nel 1980 il francese J. F. Hagenmuller riuscì a percorre la fessura con un solo passo in artificiale alla partenza, utilizzando degli eccentrici per proteggendosi. Sarà Norberto Riva, negli anni ’90, a salirla in Rotpunkt. Per dovere di cronaca è giusto evidenziare che la via originale inizia dal bosco adiacente alla struttura e che oggi, le due lunghezze iniziali sono state abbandonate e (purtroppo) dimenticate.
Qualche metro più a sinistra, sempre lungo una fessura strapiombante, pochi anni dopo, viene scritta un’altra pagina di storia della valle. Marco Pedrini, nel 1985, si cala dall’alto e posiziona 5 spit. Nasce così La signora del Tampax. Sarà lui stesso a salire la via in libera, che si presenta come un monotiro di difficoltà molto alte (8a) e che rappresenta un banco di prova per le salite in fessura ad incastro.
Matteo Monfrini e Leonardo Ghezza (tutor) hanno salito in libera La signora del tampax. Iris Bielli e Lorenzo Toscani hanno salito in libera La signora del Tempo, che è poi stata ripetuta a vista da Matteo Monfrini e Leonardo Ghezza. Tutti i tiri sono stati saliti proteggendo esclusivamente a friend. Le vie sono state salite durante la seconda settimana di formazione dei giovani alpinisti del CAI Eagle Team.
Val di Mello/Il tempio dell'Eden - Via La signora del Tampax - Matteo Monfrini lungo la via © Iris Bielli