Una delle foto della mostra © Museo Nazionale della MontagnaUn percorso realmente immersivo che porta il visitatore a conoscere il protagonista e la sua storia attraverso oggetti diventati iconici, come l’attrezzatura alpinistica dei primi anni di attività, alcuni dei machete usati nel corso delle avventure nella giungla e nelle foreste, lettere e pagine tratti dai diari e dai quaderni.
Queste le caratteristiche della mostra, prodotta dal Museo Nazionale della Montagna di Torino, “Walter Bonatti. Stati di grazia – Un’avventura ai confini dell’uomo”, a cura di Roberto Mantovani e Angelo Ponta, che, dopo la prima esposizione al museo nel 2021, arriva ora a Bolzano grazie alla Sezione Cai locale.
La mostra, che inaugura oggi alla Galleria Civica del capoluogo altoatesino e rimarrà esposta fino al 7 gennaio 2024, accompagna il visitatore a vivere un’esperienza a tutto tondo di quella che fu la vita di Walter Bonatti, nato come alpinista per giungere negli anni Sessanta all’esplorazione del mondo, per oltre trent’anni protagonista di straordinarie avventure sulle pareti più difficili delle Alpi, nei fiordi patagonici, nei deserti e nelle giungle, tra i ghiacci e nei vulcani.
«Abbiamo fortemente voluto portare a Bolzano la Mostra “Stati di grazia” affinché i nostri soci, ma non solo, anche coloro che amano la montagna e le sue imprese potessero incontrare Walter Bonatti alpinista, esploratore, ma soprattutto uomo che alla montagna ed all’avventura ha dedicato tutta la sua vita», afferma Maurizio Veronese, Presidente del Cai Bolzano e referente per le attività culturali della Sezione. «Soprannominato “il re delle Alpi”, è stato una delle figure più eminenti dell'alpinismo mondiale. Oltre che alpinista e guida alpina, fu autore di libri e numerosi reportage nelle regioni più impervie del mondo, molti dei quali come inviato esploratore del settimanale “Epoca”. Ci auguriamo che ci sia un grande afflusso di persone interessate ad approfondire sempre più la figura di Bonatti e le sue svariate ed importanti imprese».
La locandina della mostraLa montagna è la protagonista della prima sezione della mostra, con una grande installazione multimediale dedicata al Grand Capucin e basata sulle riprese appositamente realizzate con il drone dal Soccorso Alpino Piemontese e Valdostano lungo il tracciato della via Bonatti-Ghigo del 1951. Ghiacci, foreste e vulcani rivivono in tre sale che restituiscono le suggestioni di quegli ambienti. Non mancano contenuti audio e video, per rivivere con gli occhi e la voce di Bonatti alcuni suoi viaggi e interviste.
La realizzazione della mostra è stata possibile grazie al lungo lavoro di riordino, studio, catalogazione e digitalizzazione dei materiali dell’Archivio Bonatti, donato al Museo Nazionale della Montagna di Torino dalla famiglia Vicario, erede dell’alpinista-esploratore, all’inizio di agosto del 2016, un lavoro sostenuto da Club alpino italiano, Regione Piemonte, Fondazione CRT, FESR – Fondo Europeo Sviluppo Regionale.