04.06.2024 - - - cronaca alpinismo sci alpinismo
Impresa senza precedenti del polacco, che si è infilato gli sci in cima (8.586 m) ed è sceso fino a dove ha trovato neve, circa 3mila metri più in basso. Il suo compagno Oswald Rodrigo Pereira, che con lui aveva toccato la vetta, ha effettuato invece un'impegnativa discesa a piedi in solitaria, con bivacco a 7.600 m
Bartek Ziemski e Oswald Rodrigo Pereira hanno salito la vetta del Kangchenjunga in 48 ore, e il polacco è riuscito quindi a scendere per primo con gli sci ai piedi dalla vetta. Già nel 1998 Hans Kammerlander era stato capace di effettuare una discesa, ma indossando gli sci circa mille metri sotto la cima, perché aveva reputato troppo impegnativo il tratto superiore.
Ziemski e Pereira avevano raggiunto la vetta del Kangchenjunga il 27 maggio, poco prima delle 15. Erano partiti soli dal C4 (7.200 m), da dove si era ritirato il gruppo di oltre 50 persone appartenenti a spedizioni commerciali. Gli sherpa erano riusciti a fissare le corde solo fino a un'altitudine compresa tra i 7.500 e i 7.600 metri. Sopra l'ultima corda fissa c'erano altri mille metri di dislivello con neve alta.
I due alpinisti erano senza ossigeno e senza sherpa di supporto. Avevano lasciato il CB il 23 maggio, arrivando fino al C2 (6.200 m). Il giorno successivo erano saliti al C3 (6.900 m) e il 25 maggio erano già al C4, che quest'anno è stato attrezzato molto basso (7.200 m). Dal C4 alla vetta hanno impiegato poco meno di 20 ore. In cima, Bartek Ziemski ha messo gli sci ed è riuscito a proseguire su due delicati traversi rocciosi, rispettivamente di circa 20 e 5 metri. Le condizioni di neve alta che avevano reso la salita così difficile sono state le perfette alleate dello sciatore in questa nuova fase. Fino ai 7.200 metri del C4 gli è bastato togliersi gli sci una sola altra volta, per salire su un seracco poco prima del bivacco, al quale è arrivato alle sette del pomeriggio.
Dietro, Pereira ha dovuto affrontare una discesa molto più lunga e forse anche più complicata. Quella neve alta era un ostacolo in più per lui, che era a piedi e assolutamente solo. Ha patito una caduta che gli ha procurato un infortunio al piede sinistro. Ha continuato la discesa nonostante tutto, ma la prolungata esposizione all'altitudine, la stanchezza dopo 24 ore di cammino e l'oscurità crescente gli hanno reso difficile orientarsi. Alla fine ha scelto di improvvisare un bivacco a circa 7.600 metri. Il mattino dopo i due si sono ricongiunti e hanno proseguito la discesa tenendosi sempre in contatto.