Artico: ghiaccio marino ai minimi storici. Dicembre da record negativo

Il ghiaccio marino artico raggiunge un'estensione minima record a dicembre 2024, mentre l'Antartide registra valori in media col trentennio.
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Le misurazioni satellitari effettuate alla fine di dicembre 2024 hanno evidenziato un nuovo record negativo per l'estensione del ghiaccio marino artico. Con un’area di 11,42 milioni di chilometri quadrati, il ghiaccio ha segnato il livello più basso mai registrato per il mese di dicembre, superando di 40mila chilometri quadrati il precedente minimo storico, risalente al dicembre 2016. Rispetto alla media trentennale 1981-2010, la perdita ammonta a ben 1,42 milioni di chilometri quadrati, sottolineando il rapido e continuo declino della copertura glaciale artica.

 

Le zone più colpite

Le regioni maggiormente interessate da questa contrazione sono state la Baia di Hudson e le coste del Labrador, dove l’estensione del ghiaccio è apparsa significativamente ridotta rispetto agli anni precedenti. Anche il Mare di Barents settentrionale ha registrato una diminuzione, sebbene in misura minore.

Una delle principali cause di questa contrazione è stata individuata nelle elevate temperature che hanno colpito la regione artica. Alla quota di circa 750 metri, sono state registrate anomalie termiche positive fino a 8°C, un dato eccezionale per il periodo. Dall’inizio delle rilevazioni satellitari nel 1979, il mese di dicembre ha perso complessivamente 1,98 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio marino artico, un’estensione equivalente a tre volte la superficie del Texas.

 

La situazione antartica

In contrasto con il drammatico scenario artico, il ghiaccio marino antartico ha mostrato segnali di miglioramento nel corso del 2024. La perdita giornaliera media di ghiaccio si è ridotta a 140mila chilometri quadrati, rispetto ai 165mila chilometri quadrati della media trentennale. A fine dicembre, l’estensione del ghiaccio marino antartico era tornata in linea con i valori medi del periodo 1981-2010. Tuttavia, gli esperti sottolineano che un solo mese non è sufficiente per determinare un’inversione di tendenza nel lungo termine.