Artico: carote di ghiaccio rivelano l’impatto del piombo, dall’antica Roma a oggi

Un studio del Desert Research Institute ha evidenziato come l'inquinamento da piombo nell'antica Roma, causato principalmente dall'estrazione della galena, abbia ridotto il quoziente intellettivo e causato danni cognitivi e sanitari alla popolazione europea, con effetti duraturi sulla civiltà romana.
Carota di ghiaccio estratta e studiata dai ricercatori del Desert Research Institute © Desert Research Institute

Un recente studio condotto dal Desert Research Institute (DRI) in Nevada ha rivelato che l'inquinamento da piombo nell'antica Roma ha avuto effetti significativi sul quoziente intellettivo e sulle capacità cognitive della popolazione europea dell'epoca. I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, si basano sull'analisi di carote di ghiaccio prelevate dalla calotta polare artica.

 

Il ghiaccio come archivio del passato

Le carote di ghiaccio, lunghe colonne estratte dalla calotta glaciale, conservano bolle di gas intrappolate che offrono dati preziosi su temperature, attività solare, eruzioni vulcaniche e inquinanti atmosferici. Grazie a tecniche avanzate di modellazione computerizzata, i ricercatori hanno analizzato gli isotopi di piombo presenti nel ghiaccio, ricostruendo i livelli di inquinamento atmosferico tra il 500 a.C. e il 600 d.C., un periodo che abbraccia l’ascesa e la caduta dell’Impero romano.

 

Il piombo e la sua origine

La principale fonte di inquinamento da piombo individuata è stata l'attività di estrazione e fusione della galena, il minerale da cui si otteneva l'argento. Questo processo industriale rilasciava grandi quantità di piombo nell'atmosfera, che si sono depositate nei ghiacci dell'Artico. Lo studio ha rilevato che l'inquinamento da piombo iniziò nell'età del ferro, raggiungendo il primo picco alla fine del II secolo a.C., durante l'apice della Repubblica romana. I livelli rimasero elevati durante i due secoli della Pax Romana, periodo di massima prosperità, per poi calare con la crisi dell'Impero e risalire nuovamente fino alla peste antonina (165-180 d.C.). In totale, oltre 500 chilotoni di piombo furono rilasciati nell'atmosfera in quei duecento anni.

Le concentrazioni di piombo raggiunte durante l'Impero romano furono superate solo nell'Alto Medioevo e, successivamente, nel XX secolo a causa delle emissioni derivanti dalla combustione di benzina al piombo. Con l'introduzione del Clean Air Act negli Stati Uniti nel 1970 e le restrizioni all'uso del piombo, i livelli di inquinamento atmosferico e i danni correlati alla salute sono diminuiti significativamente.

 

Effetti sull'intelligenza e sulla salute

I ricercatori hanno correlato l'esposizione al piombo a un probabile calo del quoziente intellettivo di almeno due o tre punti tra la popolazione europea. Sebbene possa sembrare un valore ridotto, un impatto su larga scala ha conseguenze significative per lo sviluppo sociale e culturale di una civiltà. Ad affermarlo è Nathan Chellman, coautore dello studio. Joe McConnell, docente del DRI e autore principale dello studio, ha spiegato che si tratta del primo studio che utilizza i dati delle carote di ghiaccio per valutare gli effetti dell'inquinamento atmosferico sull'essere umano.

Oltre al declino cognitivo, una prolungata esposizione al piombo è stata collegata a numerosi problemi di salute, come infertilità, anemia, perdita di memoria, malattie cardiovascolari e cancro. Nei bambini, anche brevi periodi di esposizione possono portare a difficoltà di apprendimento e concentrazione.