Ophrys apifera © Antonio RinaldiLa stagione delle nostre orchidee spontanee è in pieno corso. Si tratta di fiori spesso particolarmente belli ed eleganti, sempre protetti, che hanno colonizzato un po’ tutti i nostri ambienti esclusi i più estremi.
Quella delle Orchidaceae è una famiglia che è sempre stata considerata piuttosto recente in termini evolutivi, e così è, anche se la sua datazione è stata recentemente retrodatata attorno agli 80 milioni di anni fa; si ritiene comunque che sia tuttora in elevata differenziazione. Nonostante la “giovane” età le orchidee hanno già colonizzato buona parte degli ambienti terrestri: sono presenti in tutto il mondo (80% delle specie nelle zone tropicali) per lo più con specie epifite 70%, e secondariamente con specie geofite 25% come sono le nostre. Una delle particolarità della famiglia è quella di produrre semi talmente piccoli e privi di sostanze di riserva da non essere in grado di avviare la germogliazione senza la collaborazione di un fungo con il quale il piccolo seme deve necessariamente stringere simbiosi.
A differenze dei loro semi, le piante di questa famiglia presentano sempre strutture adatte a immagazzinare sostanze nutritive sotto terra: rizotuberi, rizomi o pseudobulbi, spesso (sempre nel genere Orchis) questi sono in numero di due, ed è proprio quello che ha dato il nome al genere e all'intera famiglia delle Orchidacee, orchis infatti in greco significa testicolo, esattamente quello che i due bubi sotterranei ricordano.
Si tratta di una famiglia che ha esplorato un po' ogni ambiente e ogni soluzione: tra le specie italiane ve ne sono di adattate agli ambienti umidi e agli ambienti aridi, specie che sfruttano il parassitismo e la simbiosi (alcune tra cui Neottia nidus-avis e Limodorum abortivum come si può facilmente riconoscere dal colore, non hanno clorofilla e dunque dipendono totalmente da rapporti con altri organismi per la loro vita). E ancora alcune specie hanno optato per creare fiori che hanno le sembianze di insetti: sono le Ophrys (apifera, insectifera, fuciflora e tante altre) che simulando (e quindi attirando) specifici insetti si garantiscono l’impollinazione.
Ma queste piante possono percorrere anche la strada della riproduzione asessuata, che avviene tramite la sovrapproduzione di rizotuberi che generano poi nuove piante. Le orchidee che oggi sono fiorite e ci incantano con la loro bellezza, tra un mese saranno secche e in breve spariranno totalmente alla nostra vista, ma sopravvivranno nelle strutture di riserva sotterranee di cui abbiamo parlato fino alle soglie dell'inverno quando rimetteranno le foglioline basali, pronte a partire a primavera per una nuova breve ma intensa e spettacolare stagione vegetativa.