Appunti di Natura. la colonna sonora delle notti d'estate.

Gufo comune © Francesco Falsi

La stagione calda è ormai arrivata e la luce diurna è all'apice della sua durata proprio in questi giorni prossimi al solstizio d'estate. Le serate sono dunque lunghe e trascorrendole piacevolmente fuori all'aperto può capitare di sentire, in questo periodo più che in altri, i versi dei rapaci notturni, ma non solo, anche quelli di tutti quegli uccelli che producono i loro versi e richiami negli orari più prossimi al tramonto o all'alba. 

 

Iniziando la carrellata dai rapaci notturni, possiamo partire parlando del verso dell'allocco, una sorta di ululato ritmicamente ripetuto che si propaga lontano nelle valli. L’allocco gradisce in particolare gli ambienti forestali maturi, dove può trovare ampie cavità di alberi vecchi e morti in cui nidificare. Il suo colore complessivo è piuttosto chiaro, ma non è bianco come il barbagianni, e il suo volo è assolutamente silenzioso (caratteristica tipica dei rapaci notturni) nonostante le medie dimensioni.  Curioso notare come tutte le scene di film e fiction in cui succede qualcosa di losco in orario notturno siano immancabilmente accompagnate dal verso dell'allocco. 

 

Altrettanto comune, e forse anche di più, se non altro per il fatto che è da noi più udibile perché vive proprio al margine degli ambienti antropizzati, è l'assiolo che ha le sembianze di un piccolo gufo, è un predatore di insetti, ed emette un ritmico, costante e per certi versi infinito “chiù”, cosa che gli è valsa anche il nome di “chiù” che in italiano è appunto sinonimo di allocco. Nutrendosi di insetti, ha la particolarità di essere un migratore, quando infatti alle nostre latitudini gli insetti iniziano a scarseggiare per il cambiamento stagionale, lui se ne va in Africa per non restare senza cibo. È caratteristico per la ritmicità, ripetitività e costanza con la quale emette il suo richiamo, ai limiti del fastidioso per chi deve dormirci vicino, magari con la finestra aperta. 

 

C’è poi la civetta dai mille versi: sono davvero tante infatti le emissioni che questo rapace può fare, e spesso utilizza questa sua versatilità vocale anche a fini predatori. La civetta, dall’aspetto tipicamente tondeggiante e appena più grande dell’assiolo, si mostra talvolta ancora attiva nelle prime ore dopo l'alba o appena prima del tramonto, appollaiata su qualche filo della luce o staccionata. 

 

Infine c'è il gufo comune, molto più difficile da ascoltare, si possono però sentire i suoi pulcini che, dal fitto degli alberi che ospitano i nidi, emettono di continuo striduli “fischi” per richiamare la madre. 

 

Ma oltre ai rapaci, tra i più diffusi cantori delle notti estivi, dobbiamo ricordare per lo meno l’usignolo; è infatti molto facile sentirlo cantare fino a tarda notte in siepi e boschetti umidi; il suo verso, incensato dai poeti, è effettivamente molto particolare, armonioso, ipnotico, in molte zone una vera e propria colonna sonora delle notti d’estate.