Pettirosso © Artemio Terna. Wikimedia Commons
Signore invernale delle siepi e dei boschetti, dai paesi di montagna al giardino di fianco a casa in città, il pettirosso è un vero e proprio simbolo dell’inverno; non passa inosservato non solo per la sua livrea appariscente, ma anche per il suo verso, una vera e propria colonna sonora delle mattine invernali, basta farci un po' di attenzione. Il pettirosso è uno dei più comuni piccoli uccelli che possiamo incontrare normalmente nella nostra vita quotidiana, è presente nel nostro immaginario fin da quando siamo piccoli e il suo aspetto così particolare lo ha posto al centro di varie leggende.
Cominciamo col dire che l'inverno è la stagione in cui la sua presenza è più tangibile, ma lui in realtà c’è sempre; nella stagione fredda è molto comune sentire il suo verso in vari ambienti (basta che sia presente qualche cespuglio) si tratta di un tic tic tic tic ripetuto più volte con vari brevi intervalli di tempo interposti. È il verso attraverso il quale segnala la propria presenza agli altri animali ed in particolare ai propri simili per delimitare e difendere il proprio territorio e il cibo che vi si trova (arbusti ricchi di bacche principalmente).
Molto comune invece ascoltare il suo canto melodioso (che ha ispirato poeti e musicisti tra cui Dickinson e Chopin), in piena estate nelle foreste fitte; non è però così semplice da riconoscere occorre un po' di allenamento e orecchio.
Perché l'inverno è la stagione in cui abbiamo la massima possibilità di incontrare il pettirosso? Innanzitutto perché l'assenza di foglie facilita molto il suo avvistamento, in secondo luogo perché è la stagione in cui, dalle fitte foreste di montagna in cui vive nella bella stagione, cala verso paesi e città dove è più facile trovare cibo; ed è per questo che il pettirosso viene associato comunemente alla stagione invernale. La dieta naturale del pettirosso consiste in bacche e piccoli frutti ma anche insetti e lombrichi che cattura a terra: è un vero e proprio onnivoro. A dispetto del suo aspetto e della sua fama pacifica, talvolta le zuffe territoriali tra pettirossi, per la difesa del cibo o per l’accoppiamento, possono esser anche violente.
La più conosciuta leggenda che lo coinvolge e che spiega l'origine della sua macchia rossa, è quella che lo vuole presente alla crocifissione di Cristo: l’uccellino cercando di togliere una spina dalla fronte di Gesù si macchiò con una goccia di sangue che gli tinse per sempre il petto. Ma il pettirosso era presente anche nella mitologia nordica dove rappresentava uno dei simboli del dio Thor portatore di nuvole e tempesta.
Scostandosi un po' dalla regola generale che agli animali selvatici è bene non lasciare cibo, è molto comune lasciare qualcosa da mangiare durante i più duri periodi dell'inverno per il pettirosso e altri piccoli uccelli. La gamma di quello che viene utilizzato per le mangiatoie è molto ampia, certamente le cose più gradite e utili a questi piccoli uccelli (siamo sotto i 20 grammi di peso) durante i freddi periodi invernali sono quelle più ricche di energia: si va dal burro ai semi oleosi, meno nutrienti le tradizionali briciole di pane. Il sostegno deve comunque esser limitato ai soli mesi più freddi dell'anno, anche perché sarà abbastanza naturale che come la bella stagione ritorna, la frequentazione attorno alla mangiatoia fisiologicamente cali.