Cascata Piciaro © Marco GarceaUn’area ricca di habitat differenti e biodiversità. Dalle alte quote dove prosperano secolari faggi, abeti bianchi e pini larici si scende nelle zone umide con la tipica vegetazione ripariale costituita da ontano, salicone, acero, salice, sorbo e nelle parti meno fitte, pioppo tremolo, melo, pero e pruno selvatico. Costeggiando il corso d’acqua s’incontrano pozze e salti d’acqua e dal sentiero ampie vedute sulla valle di Tacina. La fauna può regalare incontri straordinari come il lupo appenninico, il capriolo, la volpe, il tasso, la lepre, la martora, la puzzola, lo scoiattolo nero e varie specie di picchio e rapaci notturni e diurni.
Valle del Pisarello © Marco GarceaItinerario
Il sentiero si sviluppa nell’ampio avvallamento di Pisarello, area che digrada verso la valle di Tacina tra i rilievi del Monte Gariglione a est e del Cugno di Porrazzo a ovest. Si parte dall’ampia radura a ovest della Caserma forestale del Gariglione, chalet in stile alpino che una società forestale realizzò i primi anni del secolo scorso per ospitarvi le maestranze durante i tagli. Da qui si scende per un versante molto ripido all’ombra di un bosco dove abete bianco, pino laricio e faggio convivono da secoli. Si raggiunge una stradella che percorreremo fino a costeggiare il Fosso del Baraccone e passare davanti i resti delle opere idrauliche di un vecchio acquedotto. Si svolta prima a sinistra guadando un torrente e poi continuare a destra lungo una pista forestale che cammina in un bosco di pino laricio. Si raggiunge un punto panoramico con enormi massi in granito, chiamato “Finestra di Tacina”, dove affacciarsi e godere di una splendida vista sulla valle di Tacina e l’omonimo fiume.
Pisarello © Marco GarceaProseguendo, l’attenzione viene richiamata dal frastuono di una cascata poco visibile dal sentiero, è nascosta da secolari alberi di faggio e pino laricio, ma raggiungibile lasciando l’anello principale e prendendo in discesa un breve sentiero. La cascata viene chiamata “Piciaro” in quanto nella località in cui si trova era fiorente la pratica di estrarre la resina per ottenere la pece bruzia. Ritornando sull’anello principale, dopo un facile guado si prosegue a sinistra imboccando il sentiero in salita che costeggia per un breve tratto il Torrente Pisarello e continuando lungo un bosco puro di faggio si raggiunge una radura a forma circolare contornata da alberature di pruno selvatico (cocomilo in dialetto). Ci si immette in una pista forestale fino a entrare in un’ampia radura a pascolo (macchia Pisarello) e si prosegue a sinistra in bosco. Si attraversa un ponticello in legno, oltrepassa il bivio di una fontanella e poco oltre, riprende la pista forestale che si segue fino a incrociare la strada per la caserma forestale del Gariglione, all’altezza di un grande tabellone del Parco. L’escursione si conclude dopo aver percorso il breve tratto su strada verso la radura di partenza.
Fioriture © Marco Garcea