Andreozzi e Zanon ripetono la Maffei-Frizzera alla Torre della Vallaccia

La cordata ha ripercorso la splendida linea che i due alpinisti trentini aprirono nel 1971. "Non so come hanno fatto a passare in quegli anni e con il materiale che avevano".

Graziano “Feo” Maffei e Mariano Frizzera - spesso con Paolo Leoni- hanno formato una cordata fortissima, capace di aperture ardite su qualsiasi terreno. Le loro vie sono ancora oggi un esempio di cosa vuol dire “superare” le difficoltà adattandosi all’ambiente e dominando il grado. Per questo motivo non può che fare piacere ricevere notizia della ripetizione di Emanuele Andreozzi e Maurizio Zanon - una delle poche- della Maffei-Frizzera alla Torre della Vallaccia (700m, VII-, A2), una linea splendida del 1971, in un contesto sicuramente particolare. «C’è la Vallaccia che va tanto di moda, dove si scala su placche a buchi e calcare splendido, con vie plaisir moderne molto ripetute, e poi c’è una Vallaccia tutta da scoprire o da riscoprire ed è quella che piace a me - mi spiega Andreozzi-. Avevo visto uno schizzo della via e mi sembrava molto bella, ma poi facevo fatica a trovare qualcuno che volesse venire, dal momento che vicino ci sono vie molto più moderne, con relazioni accurate, dove sai esattamente quello che trovi. Ma io volevo andare a vedere questo pezzo di storia».

sulla Maffei-Frizzera © E. Andeozzi


Alla fine, Zanon ha risposto con entusiasmo e la cordata è passata all’azione, cercando l’attacco della via sulla base di un vecchio schizzo. «Ci siamo immedesimati negli apritori e non è stato poi così difficile trovare l'attacco, i problemi sono iniziati dopo - racconta Emanuele con ironia-. Il primo tiro è dato VII-, ma dopo un diedro nel quale ci si riusciva a proteggere facilmente, sono uscito in placca e lì bisognava andare e basta. Subito ho pensato che ci sarebbe dovuta essere una fessura a sinistra, non era possibile che quello fosse un 6b, non su quella placca. Ho pensato anche che loro erano passati probabilmente indossando degli scarponi, quindi tanto di cappello. Al quarto tiro ho trovato condizioni forse anche più difficili: partiva su una fessura, poi entrava in un camino strapiombante, con roccia anche friabile. Ho finito i friend e ho dovuto davvero metterci davvero tanto impegno, ma ho capito che il metro con cui hanno gradato, tutto tornava…».

Andreozzi in spaccata © E. Andreozzi


La soddisfazione per avere salito la via è stata grande. «Chissà da quanto non ci passava nessuno, sono vie dove magari trovi un tiro di IV, ma che praticamente è un prato verticale. Ti capita di scalare spesso su roccia friabile. Ma la linea è bellissima, ci sono tiri stupendi e comunque è un viaggio nella storia, pensate a quello che sono stati in grado di fare cinquant’anni fa».